Vendono cuccioli maltrattati: denunciata una coppia di italiani

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Vendevano illegalmente cuccioli di cane due italiani, un uomo e una donna di 46 e 52 anni, denunciati dalla polizia ferroviaria che li ha sorpresi nei pressi della stazione Centrale con cinque esemplari di bassotto e di barboncino.

Rinchiusi in due trasportini di piccole dimensioni, all’interno di un’auto dalle elevate temperature, gli animali erano privi di microchip, disidratati e sporchi. I libretti veterinari, inoltre, non riportavano le indicazioni del veterinario circa l’avvenuta sverminazione e la somministrazione del primo vaccino.

Ai due denunciati, che promuovevano sul web la vendita dei cuccioli, sono stati sequestrati 3.500 euro, probabile provento della vendita. L’accusa nei loro confronti è di maltrattamento e traffico di animali da compagnia. Reato prevede la reclusione da tre mesi a un anno e la contestuale multa da 3.000 a 15.000 euro. Gli animali sono stati sequestrati e affidati in custodia giudiziale alle stesse persone intenzionate all’acquisto.

La vendita degli animali è stata scoperta dai poliziotti durante il normale servizio di vigilanza. L’offerta dei cuccioli era avvenuta attraverso uno dei siti più noti per la ricerca e lo scambio di oggetti, cose e animali di ogni genere e tipo. I cuccioli erano, fra l’altro, privi di qualunque sistema di individuazione tramite microchip.

Nel nostro Paese ci sono quasi 14 milioni di cani correttamente registrati nell’anagrafe regionale e dotati di microchip, un elemento che negli anni si è rivelato utile a creare consapevolezza e senso di responsabilità verso i cuccioli, contribuendo a contenere il randagismo.

Fra l’altro, analizzando i dati raccolti dalle regioni e disponibili sul sito del ministero della Salute, si contano circa 100.000 cani accolti in canile o rifugio nel 2021 e i numeri per il 2022 sembrano in aumento, forse anche perché è venuto meno il cosiddetto “effetto lockdown” che aveva portato a un boom di adozioni ora evidentemente non più prioritarie per i proprietari, che decidono di restituire il cane come fosse un articolo difettoso.

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