Botte e insulti al ristorante vegano, la baby gang: "Zitti tutti, tanto ci rilasciano"

Raid nel locale. Quattro arrestati: il gruppo si muove compatto, il capo è un writer vandalico

I carabinieri (foto d'archivio)

I carabinieri (foto d'archivio)

Milano, 25 maggio 2018 - Il gruppo che si muove compatto. Prima gli insulti. Poi il pestaggio. Sempre al fianco del leader riconosciuto. Che in caserma rassicura spavaldo i coetanei. «Non parlate, tanto non abbiamo fatto nulla...», più o meno le frasi pronunciate dal 18enne M.D., il presunto capo della gang che l’altroieri sera ha aggredito un 31enne che stava cenando insieme al fratello in un ristorante vegano di viale Monte Nero. Stando a quanto raccontato dall’uomo ai carabinieri della Compagnia Duomo, comandati dal capitano Matteo Martellucci, è stato proprio il neo maggiorenne a guidare gli amici: è stato lui a insultare Marco (nome di fantasia) urlando «Vegani di m., fate schifo! Che cazzo vi state mangiando?»; è stato lui a dare il via al pestaggio in viale Lazio; è stato lui a cercare di colpire Marco e il fratello maggiore prima con un sampietrino e poi con un posacenere; ed è stato ancora lui a rubare il giubbotto al 31enne. Arrestato poco dopo insieme a tre complici (il quarto è riuscito a scappare), ha esordito così alla vista dei militari: «Pezzi di m.».

E nelle stanze di via Fosse Ardeatine, facendo in modo di essere sentito dagli investigatori, ha rassicurato gli amici: «Stiamo uniti, tra poco ci rilasciano». E invece non è andata così: su disposizione del pm David Monti, per M.D. e gli altri, un 18enne e due 19enni, si sono spalancate le porte di San Vittore, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto in flagranza. Chi sono i ragazzini finiti in manette? Tutti studenti, uno dovrebbe sostenere l’esame di maturità tra poche settimane. Tutti figli della Milano bene, si sarebbe detto nel secolo scorso: i genitori sono avvocati, manager e insegnanti. Abitano in quartieri non proprio degradati della città: da Loreto a Città Studi, fino a Porta Romana. Peccato, però, che alcuni di loro abbiano già precedenti di polizia alle spalle: il 19enne V.D. è stato denunciato nel marzo 2014 per stupefacenti e arrestato nel febbraio 2015 per tentata estorsione.

Pure M.D. non è sconosciuto agli archivi di polizia: nel 2015, tra febbraio e aprile, è stato denunciato per due volte, una per danneggiamento e una per imbrattamento. È un writer vandalico, stando a quanto risulta, colto in flagranza tre anni fa insieme a un amico mentre stava lasciando la sua tag sui muri di via Pini, in zona Crocetta. «Certamente il graffitismo vandalico – spiega da sempre l’esperta del fenomeno Fabiola Minoletti – è un reato-soglia e può portare, in chi lo perpetra in maniera continuativa e strutturata, a sviluppare altre devianze antisociali». Le statistiche sono ancora più precise: in un caso su quattro, i writer indagati sono stati indagati per altri reati, dal microspaccio ai furti. Ora è successo anche a M.D., che dovrà rispondere di un’accusa ancor più pesante: rapina aggravata. 

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