Vecchia Milano, chiude per sempre la pasticceria dei vip

Serrande abbassate in via Reina. Orazio Parisi: "Ho iniziato come fattorino, porterò ricordi preziosi"

Orazio Parisi, titolare della pasticceria Vecchia Milano

Orazio Parisi, titolare della pasticceria Vecchia Milano

I pasticcini in bella vista. I panettoni anche, così come le torte. Una gioia per gli occhi e il palato da 51 anni. Ma sono gli ultimi bagliori di una festa già finita, in fase di smantellamento: il bar pasticceria “Vecchia Milano“ sparisce per sempre. "Chiuso per cessata attività" si legge da due giorni sugli striscioni che coprono l’insegna del locale storico di via Reina 14, a pochi passi dalle nuove fermate della M4 tra piazzale Susa e viale Argonne. "Ho compiuto 83 anni, è tempo di andare in pensione dopo quasi 70 anni di lavoro", spiega il titolare Orazio Parisi, l’anima di questo luogo dal gusto retrò che oltre a delizie offriva cortesie e radici antiche, con il personale in giacca bianca e le tradizioni mai tradite, impastate nelle ricette e da sorseggiare insieme all’aperitivo, ma non era mai uguale a se stesso. "Siamo stati tra i primi a proporre il catering in grande stile – sottolinea Parisi –; negli anni, tra i nostri clienti, ricordo il Comune di Milano e anche il Milan: quando Silvio Berlusconi era presidente del club, per una vittoria importante abbiamo realizzato un diavolo gigante di burro che troneggiava sopra le torte. A noi le aziende si rivolgevano per i regali personalizzati, chiedendo cioccolatini con il logo e i nomi".

“Vecchia Milano“ è stata prima di tutto un punto di riferimento per i cittadini del quartiere ma anche ritrovo per personaggi famosi, "come Gegè Di Giacomo, Franco Battiato, Fiorella Mannoia, ma anche Mia Martini, Loredana Bertè, Mario Lavezzi e Milva". Il signor Parisi è partito da zero. "Sono arrivato a Milano da Messina insieme alla mia famiglia quando avevo 10 anni. Ho iniziato a lavorare come fattorino per la Motta quando avevo 15 anni, in piazza V Giornate. A 21 ero vice direttore nel punto vendita Duomo. Poi ho lavorato per Dulciora e Frontini". Finché, a luglio del 1971, ha deciso di mettersi in proprio rilevando “Vecchia Milano“ che esisteva già da 11 anni. E gli affari sono subito andati a gonfie vele grazie al suo talento gestionale e alle intuizioni sui prodotti. "Non sono nato come pasticcere ma lo sono diventato per forza d’inerzia e per necessità, mettendo in pratica quello che avevo imparato osservando i grandi professionisti. Alla Motta ero presente quando è nato il panettone gastronomico; da Dulciora, quando ha preso forma il tartufo gelato".

Al suo fianco in laboratorio ha sempre voluto collaboratori esperti, "tra cui mio fratello, pasticcere decoratore professionista". Il suo braccio destro è la compagna Angela, "che ho conosciuto 55 anni fa e che poi ho perso di vista, ritrovandola dopo essere diventato vedovo". Papà di una figlia, "che fa tutt’altro nella vita: lavora nel campo della cosmetica" e nonno di una nipotina, una volta presa la decisione di chiudere ha venduto il locale. Che cosa diventerà in futuro? Non lo sa neanche lui. "Forse, un ristorante". "Io mi dedicherò ad altre passioni, come coltivare il mio orto in Sicilia. Farò avanti e indietro da Milano. E viaggerò tanto, cominciando con una crociera". Adesso ringrazia tutti coloro che in oltre mezzo secolo hanno creduto in lui. Intanto il quartiere è in lutto per le serrande abbassate. Tra i clienti affezionati Paolo Guido Bassi, capogruppo Lega in Municipio 4: "Che colpo al cuore! La Vecchia Milano – scrive su Facebook – è sempre stata un porto sicuro. Tutto uguale ai miei ricordi di bimbo, come quando si fa visita alla casa dei nonni".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro