Vecchi in Tribunale a Rennes, antagonisti in presidio in Francia: "No all'estradizione"

Il 46enne milanese era l'ultimo latitante per i fatti dell G8 di Genova

Nel giugno  del 2001 gruppi di black bloc provenienti da tutta Europa arrivarono al G8

Nel giugno del 2001 gruppi di black bloc provenienti da tutta Europa arrivarono al G8

Milano, 13 agosto 2019 - L'antagonista milanese Vincenzo Vecchi, l’ultimo black bloc latitante tra i condannati per i disordini del G8 di Genova, arrestato in Francia, dovrebbe comparire domani mattina davanti ai giudici di Rennes, la città della Bretagna dove è detenuto. E un gruppo di sostenitori, come riportano i media francesi, ha annunciato un presidio davanti al Tribunale per protestare «contro l’estradizione» e contro un arresto che definiscono «un trofeo per il ministro dell’Interno italiano» Matteo Salvini. La Procura generale di Genova (competente perché il processo si è celebrato nelle città ligure) nei giorni scorsi ha chiesto l’esecuzione del Mandato d’arresto europeo, con il trasferimento di Vecchi in Italia per scontare la condanna. E adesso aspetta la decisione dei colleghi d’Oltralpe, che hanno tempo 60 giorni.

L'estradizione dovrebbe essere concessa, visto che si tratta di paesi europei. La Francia l’anno scorso aveva dato il via libera all’estradizione di un altro antagonista, Marco Re Cecconi, 28enne di Rho che avrebbe fatto parte del gruppo di black bloc che mise a ferro e fuoco il centro di Milano il primo maggio 2015, mentre andava in scena l’inaugurazione di Expo. Ma negli anni scorsi la Grecia negò l’estradizione di altri cinque anarchici coinvolti nei disordini del primo maggio, motivando il provvedimento con il fatto che in Grecia non esiste il reato di devastazione e saccheggio che in Italia, invece, prevede pene fino a 15 anni. La vicenda giudiziaria a Rennes, quindi, potrebbe riservare colpi di scena. Intanto in Francia, storico rifugio per antagonisti in fuga dalla giustizia italiana, si è creata una mobilitazione a sostegno di Vincenzo Vecchi, 46 anni, che in Bretagna godeva di una rete d’appoggio che gli ha permesso di rimanere nascosto per otto anni. Si guadagnava da vivere lavorando come imbianchino, si faceva chiamare “Vincent Papale”.

Il quotidiano Liberation, in un articolo, riferisce che il suo arresto ha provocato «stupore e indignazione» a Rochefort-en-Terre, il paese dove Vecchi si era rifugiato, integrandosi nella comunità locale. «La condanna inflitta in Italia è ingiusta - spiega il comitato di sostenitori - è stato condannato in virtù di una legge del 1930, dei tempi di Mussolini». Per la giustizia italiana, però, Vecchi, all’epoca non ancora trentenne, fu uno dei promotori delle devastazioni del G8 di Genova del 2001. Era uno «che spingeva gli altri ad agire», lanciava «bottiglie, sassi e molotov», faceva parte del gruppo di persone che a volto coperto devastarono la città. Episodi che gli sono costati una condanna definitiva a 11 anni e mezzo di carcere. Dopo Genova Milano, dove partecipò alle violenze in in Corso Buenos Aires nel 2006. a cui seguì un’altra condanna. Una situazione giudiziaria pesante, tanto da spingerlo a fuggire dall’Italia, nel 2012, per evitare il carcere. A tradirlo sono stati gli affetti. Gli investigatori della Digos di Milano tenevano sotto controllo la compagna, rimasta in città con la figlia minorenne della coppia. E hanno scoperto il nascondiglio di Vecchi dopo che la famiglia si era riunita in Savoia, località della Francia, per concedersi una settimana di villeggiatura.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro