Vasca anti-piene del Seveso, il clima si fa sempre più rovente

Su un cartello del cantiere compare la scritta "assassini". E il sindaco di Bresso polemizza con il presidente del Parco Nord.

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"Assassini":la scritta a vernice spray che compare su uno dei cartelli del cantiere per la futura vasca di laminazione del Parco Nord racconta meglio di ogni altra cosa il clima infuocato che si respira a Bresso da quando si è dato il via al progetto ,fortemente voluto da Comune di Milano e da Regione Lombardia. Bresso è da sempre contraria a quest’opera ritenuta non risolutiva per i problemi del fiume Seveso, dannosa per l’ambiente del Parco Nord, ma soprattutto ad elevato rischio ambientale per chi vive nei caseggiati che sorgono intorno al territorio interessato dalle opere, ossia i condomini e le scuole bressesi di via Papa Giovanni XXIII. Tuttavia, la bagarre politica che si sta scatenando oggi, a cantiere ormai aperto, rischia di essere tardiva rispetto a un tema che negli anni è stato giocato su tanti tavoli, compreso quello del Consiglio europeo, senza che la voce dei bressesi potesse trovare davvero una risposta concreta.

Mentre i cittadini quest’oggi dalle 18 tenteranno una nuova manifestazione che partirà da via Papa Giovanni XXIII e annunciano un nuovo ricorso per bloccare i lavori, la politica litiga anche sul piano di compensazione ambientale concordato più di un anno fa ai tavoli regionali sui quali si discuteva il destino delle vasche anti-piena del Seveso.

Il presidente del Parco Nord Marzio Marzorati nei giorni scorsi ha ripercorso i dettagli di quell’arccordo, raggiunto anche con i comuni di Milano e Bresso, affermando che porterà in dote al parco in proprietà 109.000 metri quadrati di superficie (quasi 11 ettari) che nei prossimi mesi saranno ricoperti di verde con aree boschive, filari, prati e percorsi fruibili.

"Le nuove aree che entrano a far parte del patrimonio del Parco si trovano nei Comuni di Bresso e di Cormano (area ex-Item, area Fondazione Ca’ Granda e area Fondazione Alfonso Pini) e sono spazi oggi in parte in disuso e cementificati, sui quali Parco Nord Milano interverrà con progetti di riqualificazione, incrementando il capitale naturale secondo i criteri naturalistici che da sempre caratterizzano i progetti del Parco – ha spiegato Marzorati -. Nelle aree boschive previste verranno messe a dimora fino a 2.500 piante per ettaro tra alberi e arbusti autoctoni, per rinvigorire ulteriormente il polmone verde di Milano".

Parole non gradite dal sindaco di Bresso Simone Cairo, che da un lato si dice contrario alla vasca, dall’altro in un post su Facebook rivendica per sé il merito della modifica del progetto: "Il nuovo presidente del Parco Nord non scrive che questo è il risultato della caparbietà del sottoscritto che come sindaco ha contestato sia la vasca di laminazione che le ipotetiche opere compensative e ha ottenuto 10 ettari di vera espansione per il Parco Nord. Questo cambio radicale del progetto è stato proposto dal sottoscritto nella Camera Arbitrale che ho aperto a Gennaio 2019 e solo dopo la mia azione gli altri Enti hanno deciso di cambiare il progetto".

Ciò che emerge è che in 5 anni di battaglie politiche che hanno visto impegnati esponenti di centrodestra e di centrosinistra il progetto è stato sostanzialmente confermato a dispetto delle richieste dei cittadini. Rosario Palazzolo

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