Variante inglese Covid, Clementi: "Chiusi i confini quando era già qui"

Il virologo evidenza che il tampone del caso marchigiano risale al 18 dicembre e sottolinea l'importanza del vaccino

Massimo Clementi è direttore del Laboratorio di Microbiologia del San Raffaele

Massimo Clementi è nato a Monsano ed è direttore del Laboratorio di Microbiologia del San Raffaele.

Milano, 24 dicembre 2020 - "Una presunta variante inglese, che non è inglese, che non è una variante, che chissà perché è stata presentata in questo modo sia dal governo britannico che dalla stampa internazionale". E' la fotografia di "un allarmismo che spero non ci porteremo con noi nel 2021". A dirlo è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e virologia dell'ospedale San Raffaele di Milano e docente dell'università Vita-Salute. La variante di Covid-19 di cui si parla in questi giorni, spiega il virologo "è stata identificata anche in un soggetto a Loreto (Ancona), il cui tampone è del 18 dicembre. Quindi, di nuovo, abbiamo chiuso gli aeroporti quando avevamo un'altra volta il virus in casa. Se fossi stato tre giorni bloccato a Heathrow mi sarei un po' inalberato", ragiona.  Questi riflettori puntati sulle mutazioni del coronavirus Sars-CoV-2 mostrano ancora di più, evidenzia il virologo, l'importanza della sfida del vaccino e dell'immunità di gregge.

"Sulla base delle evidenze disponibili, il vaccino ci protegge anche da tutte le varianti descritte, compreso appunto questa presunta variante inglese.  Spero dunque che il 2021 ci porti meno allarmismo - conclude - Si è tutti un po' caduti in questa trappola, i politici per primi ma anche alcuni colleghi medici", negli ultimi scampoli del 2020.

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