Variante inglese a Bollate: "Zona rossa? Decide lo screening"

Il sindaco: stanno già emergendo nuovi positivi. Intanto va evitato ogni assembramento

Sanificazione all’elementare Rosmini

Sanificazione all’elementare Rosmini

Bollate (Milano), 13 febbraio 2021 -  La variante inglese è arrivata nelle classi e nelle case di Bollate. Chiuse tre scuole, 59 casi di Covid all’asilo e il fiato sospeso in attesa dei risultati dello screening di massa su 740 studenti. Il ricordo del lockdown, i bollettini di vittime e contagiati qui stanno tornando a far paura.

"Ci sono molti asintomatici, positivi che prima ignoravi, quello che preoccupa tutti noi genitori è la contagiosità della variante, ci chiediamo perché non sia stata già predisposta la quarantena nelle scuole", dice una delle mamme contagiate, due figli, la più piccola frequenta la materna Munari di via Galimberti dove sui 59 soggetti positivi Ats ha esaminato tre campioni individuando in tutti la variante britannica del virus. Ieri mattina sono partiti i test rapidi: nella classe della figlia più grande (24 studenti), tre bambini che non avevano sintomi sono risultati positivi al Covid. Nelle chat dei genitori attoniti è partita la conta "il 10% dei bambini si stima sia stato contagiato".

Da qualche giorno a Bollate, nonostante le rassicurazioni istituzionali, tutti hanno più timori. "Preoccupa la malattia e anche il futuro. Da un anno non lavoro, mi occupo di ristorazione e l’ipotesi di una zona rossa dopo tutti questi mesi nell’attesa di una ripartenza è difficile da accettare", dice Natasha Cirillo, 21 anni. "Mi manca la possibilità di studiare insieme, il confronto con i compagni. Poter andare al cinema o fare una passeggiata senza il terrore di prendere il Covid. Non sopporterei una nuova chiusura", aggiunge Alice De Angelis, 20 anni, universitaria. Per Carlo Torres, 60 anni, i libri sono la salvezza. "Non posso immaginare di non poter andare di nuovo in biblioteca, leggere è il mio unico svago. La mia vita è cambiata totalmente con la pandemia".

Le vetrine di molti negozi sono spente. "Siamo molto preoccupati, soprattutto per bar e ristoranti che stanno cercando di riprendersi, di fatto se dovessimo ricadere in un nuovo lockdown finiremmo tutti nei guai. Gli alimentari si difendono bene, gli esercizi che hanno una storicità possono reggere ancora, ma non per molto, bar e ristoranti sono allo stremo. I ristori sono belle parole solo sulla carta", commenta Federico Curti, presidente di Confcommercio Bollate. "Sappiamo che i numeri sono destinati a salire perché i bambini hanno infettato i familiari, immaginiamo che siano un centinaio i contagi – spiega il sindaco, Francesco Vassallo in continuo contatto Walter Bergamaschi, direttore generale Ats Milano e il viceprefetto Alessandra Tripodi –. Dai dati sapremo se dovremo prendere altri provvedimenti, in questo momento Ats esclude la zona rossa. È chiaro che è uno degli scenari che dovremo prendere in considerazione se i risultati dello screening saranno alti. Ci vorrà qualche giorno".

"Non abbiamo lasciato nulla al caso" aggiunge il primo cittadino, e invita i bollatesi a evitare gli assembramenti a mantenere le tre regole: mascherine, distanziamento, lavaggio frequente delle mani.  

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