Furto di mutande, Vallanzasca fa ricorso in appello contro la condanna

Renato Vallanzasca, condannato a 10 mesi di reclusione e a una multa di 300 euro, lamenta la scomparsa delle immagini delle telecamere del supermercato che a suo dire lo avrebbero scagionato

Renato Vallanzasca in tribunale a Milano (Ansa)

Renato Vallanzasca in tribunale a Milano (Ansa)

Milano, 22 aprile 2015 - Per il furto di due paia di mutande e altro materiale Renato Vallanzasca fu condannato a 10 mesi di reclusione lo scorso 14 novembre. Ora, l'ex capo della mala milanese tra gli anni Settanta e Ottanta, impugna la sentenza pronunciata dal giudice Ilaria Simi De Burgis. Il bottino avrebbe incluso anche concime per piante e delle cesoie. Il processo è stato fissato per il 24 aprile davanti alla terza corte d'appello presieduta dal giudice Piero Gamacchio. Vallanzasca, che nella vita ha riportato 4 ergastoli e condanne a 296 anni di carcere, con l'arresto per tentata rapina impropria lo scorso luglio si è visto revocare la semilibertà di cui godeva dall'ottobre 2013 (usciva per lavorare durante il giorno e tornava in carcere a dormire) e una conferma della sentenza di primo grado rischia di mantenerlo in carcere a vitaVallanzasca, ora assistito dall'avvocato Ermanno Gorpia, nel processo si è difeso, sostenendo di non aver rubato nulla e di essere stato incastrato da una persona che avrebbe messo quelle poche cose nella sua borsa. Nel ricorso Vallanzasca lamenta la scomparsa delle immagini delle telecamere di sicurezza del supermercato che a suo dire l'avrebbero scagionato.

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