Covid, Galli: "Se non vacciniamo i bambini il virus non si ferma"

L'infettivologo del Sacco lancia l'allarme: "Ci sono ragazzini con situazioni post-Covid, come la sindrome da affaticamento cronico, che finora avevamo visto solo negli adulti"

Massimo Galli

Massimo Galli

Caltanissetta, 9 ottovere 2021 - Nel dibattito sul vaccino anti Covid per i più piccoli interviene anche il primario infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano Massimo Galli, che avverte: "Se non cominciamo a vaccinare i bambini il virus non lo fermiamo. Si cominciano a vedere strani quadri di post-Covid non facilmente inquadrabili. Ragazzini con situazioni di post-Covid come la sindrome da affaticamento cronico che finora avevamo visto solo negli adulti". Intervenendo al XII congresso regionale della Simit-Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit) a Caltanissetta, Galli ha rilanciato anche il tema della terza dose, già partita per gli immunodepressi. "Credo andrebbe fatta - osserva Galli - sulla base della copertura anticorpale. Noi stiamo dando bollino verde a moltissime persone senza sapere se hanno risposto o no. Ma se non sappiamo com'è lo stato immunitario di quelli vaccinati e se non abbiamo idea di quale possa essere la risposta immune come ci muoviamo per garantirne la sicurezza? Che si continui a fare test sierologici che sono più semplici e meno costosi solo perché non li passa il servizio sanitario nazionale è una cosa scandalosa".

Per quanto riguarda invece i vaccini, Galli ha sostenuto che quello russo, lo Sputnik, "non è cattivo e questo posso affermarlo nonostante non abbiano voluto sottoporsi alla valutazione dell'Ema e quindi i dati di letteratura sono scarsi: l'impressione è che, tra i vaccini a vettore, funzioni meglio di AstraZeneca e Jhonson & Jhonson". Quanto agli altri Paesi, per l'infettivologo, "i vaccini a mRna hanno mostrato palesemente di essere i migliori, il che sarà ancor più evidente se verranno pubblicati i dati di uno studio sui vaccini realizzato in Lombardia. Un vaccino a mRna - ha aggiunto - è una specie di pilota a missione suicida: va, fa il suo lavoro, e si autoelimina. È un messaggero, non può integrarsi nelle nostre cellule al contrario c'è qualche studio che dimostra l'attitudine del virus a lasciare tracce permanenti nell'organismo".

Per quanto riguarda il vaccino italiano Reithera, Galli ha sintetizzato: "Credo sia morto in culla perché non aveva caratteristiche tali per poter competere con quelli poi sviluppati sul mercato, fatto che in sé non toglie nulla al valore positivo della ricerca compiuta". Invece, "il vaccino Novavax è ottimo dal punto di vista della maneggevolezza e sembra possa avere una discreta efficacia sulla variante Delta anche se dati precisi non ne ho. Questo potrebbe essere un vaccino promettente anche nell'ottica di una vaccinazione eterologa - ha concluso - ormai sappiamo che quest'ultima funziona sia in termini di risposta anticorpale sia in termini di sicurezza, anche se sappiamo che risponde su persone vaccinate con vaccini a vettore e va sempre fatta con vaccini a Mrna e probabilmente con vaccini Novavax".

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