"Prima convincere. Poi le multe". Sui vaccini mano tesa ai fuorilegge

L’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera: "Sì al confronto ma senza dilazioni"

Giulio Gallera è assessore regionale alla Sanità

Giulio Gallera è assessore regionale alla Sanità

Milano, 1 novembre 217 - Scaduto il termine per la presentazione della documentazione per i vaccini somministrati a bimbi e ragazzi dai 6 ai 16 anni, si iniziano a fare i conti. Sono 11mila le prenotazioni registrate e 4mila i casi già recuperati tra chi è nato tra il 2001 e il 2011. Sono 1.149.474 i ragazzi interessati. Di questi sono circa 95mila quelli che risultano inadempienti alla scadenza del termine. E la domanda che si fanno i genitori di quelli non ancora in regola è: che cosa succederà adesso? Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, ha il compito di affrontare il nodo.

Assessore, cosa accadrà a chi non è in regola?

«Dovranno esserci segnalati entro il 10 novembre dalle scuole e partirà il percorso formale di recupero dell’adempimento. Faremo una comunicazione per invitare la famiglia a contattarci per fissare un appuntamento o a farci avere i documenti, nel caso in cui fosse adempiente ma ci fosse stato qualche problema nella trasmissione dei dati. Se la famiglia non si metterà in contatto con i centri vaccinali, verrà spedita una raccomandata con cui si fisserà un appuntamento per affrontare problematiche e fare una valutazione con gli esperti».

E a quel punto?

«Ci sono due strade. Se si decide di vaccinare il ragazzo, inizia un percorso vaccinale. Se invece la famiglia dovesse rifiutare di fare le vaccinazioni o non si dovesse presentare all’appuntamento, l’Asst segnalerà l’inadempienza alla scuola e all’Ats. Viene dunque comminata una sanzione».

Quindi è escluso l’allontanamento da scuola, come nel caso di nidi e materne?

«Gli alunni non vengono allontanati perché la legge nazionale ha previsto che fosse prevalente il diritto-dovere allo studio rispetto alla vaccinazione. Quindi resteranno a scuola, ma le famiglie pagheranno una sanzione. È stato previsto che la vaccinazione fosse un requisito esclusivo solo per l’accesso a nidi e materne».

Ha condiviso le regole imposte dal Governo?

«La strada che noi abbiamo sempre seguito è stata quella del convincimento e riteniamo che sia la via maestra. Ma c’è da dire che eravamo arrivati a una situazione di rigidità e conflittualità da parte di alcuni genitori, quindi il tema dell’obbligo forse è stato una strada giusta, perché era molto difficile qualsiasi dialogo. Però pensare di basarsi solo sull’obbligo non va bene: per questo abbiamo deciso di lasciare aperta la finestra del dialogo, per persuadere le famiglie e recuperare alla vaccinazione quanti più bambini e ragazzi possibile».

Riguardo invece a nidi e materne ci sono delle criticità?

«Si è spinto tutte le famiglie a fare comunque la richiesta per un appuntamento per la vaccinazione, ma ci preoccupa che a farla sia stato non solo chi vuole vaccinare i figli, ma anche i no-vax. Se guardiamo il numero di inadempienti che non hanno presentato alcuna documentazione, beh questo è irrisorio. Quindi ci allarma che, probabilmente, le richieste di appuntamento siano state utilizzate da alcuni solo come occasione di allungare i tempi e spostare in avanti il momento in cui si dichiarerà di non voler fare la vaccinazione ai figli».

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