Vaccini, partenza lenta Da lunedì medici e fragili

Pochi gli accessi e le prenotazioni per il bilvalente all’hub di Melzo "La gente non ne può più di Covid, forse sarà l’influenza a far la differenza"

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di Barbara Calderola

Partenza in sordina in Martesana per il vaccino bivalente, il nuovo siero che copre dal ceppo originario del Covid e dalla variante Omicron. "All’hub di Melzo, all’interno dell’ospedale, gli appuntamenti sono pochi, abbiamo consegnato un centinaio di fiale – spiega Alessandra Nardi, responsabile della campagna di massa dell’Asst Melegnano-Martesana –. Da lunedì ricominciamo dai sanitari. Tremila punture da somministrare fra medici, infermieri, assistenti e personale che gravita in corsia, dagli addetti alla ristorazione a quelli delle pulizie. Quattro i punti aperti a Vizzolo, Cernusco, Vaprio e appunto Melzo, dove, al Santa Maria delle Stelle, l’attività è ripresa ad agosto per chi doveva completare il ciclo". Ai camici si aggiungeranno "i fragili curati direttamente nei presidi: dializzati, malati di tumore, diabetici, come all’inizio delle operazioni su vasta scala nella primavera dell’anno scorso". Da allora a oggi l’Asst ha totalizzato 300mila dosi. L’operazione che scatta fra 48 ore andrà avanti fino al 5 ottobre, mentre da mercoledì scorso ferve l’attività nell’hub di Basiano, gestito da Iniziativa medica lombarda, la cooperativa di dottori di famiglia che ha svolto un ruolo essenziale nella mappa delle somministrazioni e che a propria volta ha dispensato le prime punture del nuovo medicinale. Ci sono anche 25 farmacie sparse sul territorio, è la rete vaccinale di Federfarma.

"La gente non ne può più del virus, è questa la sensazione che abbiamo quando ci parlano, ecco perché le adesioni sono poche – sottolinea Nardi –. Credo che questa volta a fare la differenza sarà l’antinfluenzale. Ci aspettiamo che la richiesta di protezione contro il male di stagione sia decisamente più massiccia. Stiamo già preparando il piano, le agende saranno disponibili dal 18 ottobre. In questo caso soprattutto nei paesini sarà essenziale la collaborazione con i Comuni che si sono già fatti avanti per mettere a disposizione spazi evitando gli studi dei medici di famiglia". La caratteristica principale su entrambi i fronti "è la flessibilità – conclude la direttrice -. Nonostante i grandi numeri siamo in grado di adattarci alle esigenze della domanda e di aggiustare il tiro in corsa: una lezione appresa durante le prime ondate del Sars-Cov 2".

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