Lombardia, effetto obbligo: è boom di vaccinati

L’effetto della legge Lorenzin vale già un punto in più di copertura per le vaccinazioni più importanti

Vaccino vietato ai bimbi sotto i sei mesi

Vaccino vietato ai bimbi sotto i sei mesi

Milano, 21 gennaio 2018 - A giugno dell’anno scorso in Lombardia c’erano 88.820 bambini e adolescenti cui mancava almeno una dose dei vaccini obbligatori in base alla loro età, circa uno su cinque dei 486.040 lombardi tra i due e i 16 anni. Sei mesi dopo, a dicembre, 10.088 di quei ragazzini erano stati recuperati, messi in regola coi vaccini. L’effetto della legge Lorenzin (che impone le vaccinazioni previste per la propria età per frequentare nidi e materne e non essere multati alla scuola dell’obbligo) vale già un punto in più di copertura per le vaccinazioni più importanti: nell’Ats Metropolitana (le ex Asl di Milano, Legnano, Melegnano e Lodi) i bambini di due anni vaccinati con l’esavalente (antipolio-difterite-tetano-pertosse-emofilo B-epatite B) sono passati dal 91,5% del 2016 al 92,5%, quelli coperti dall’Mpr (morbillo-parotite-rosolia) dal 90,1% al 91,2% nel 2017, ha spiegato Marino Faccini, responsabile delle vaccinazioni, al corso di aggiornamento per medici «Milano vaccina».

I dari ricalcano quelli preliminari illustrati dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco sull’effetto nazionale dell’obbligo scolastico: un punto in più di copertura per l’esavalente e «3/4 per l’Mpr» sul quale tuttavia, osserva Faccini, la Lombardia e l’Ats partivano da una copertura superiore di almeno tre punti a quella italiana. Tra i vaccini introdotti dal nuovo piano nazionale va forte l’antimeningococco B: l’81,6% dei nati nel primo semestre 2017 - i primi per i quali è gratuito - ha fatto la prima dose (di quattro) nell’Ats Metropolitana, e a Milano si sale all’83%. Non altrettanto bene l’antivaricella, che si fa nel secondo anno di vita: nell’Ats sono coperti solo il 45,2% dei nati nel primo semestre 2016 e questo, secondo gli esperti, dipende dal fatto che all’inizio la vaccinazione era offerta singolarmente, con un appuntamento separato (ora è somministrata con l’Mpr).

A Milano città la copertura è del 53%, spiega Catia Borriello, responsabile dei centri vaccinali coordinati dall’Asst Fatebenefratelli-Sacco che da settembre a dicembre hanno iniettato 62.570 dosi di vaccino, il 26% in più rispetto agli stessi mesi del 2016. L’anno scorso il combinato disposto del passaggio delle vaccinazioni dall’Ats all’Asst, del nuovo piano nazionale vaccini, del boom di richieste di antimeningococco in co-pagamento (i centri milanesi hanno somministrato 15 mila dosi di MenB con lo sconto ai maggiori di un anno, e altre 22.100 dosi di MenC incluse quelle gratuite per gli adolescenti) e dei genitori alle prese con l’obbligo (i centri hanno rilasciato più di ottomila certificati validi per la scuola via mail e più di 66 mila di persona) ha reso «i primi mesi duri».​ Borriello fa appello ai pediatri: «Abbiamo ricevuto molte richieste di esonero dall’obbligo firmate da medici per ragioni che in realtà sono indicazioni al vaccino, richieste di vaccini singoli che non esistono... Questo crea confusione nei genitori, nel dubbio chiedete a noi o a uno specialista».

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