Vaccini Lombardia, a giugno anche agli “invisibili”

Via alle prenotazioni fino ai nati nell’81, oggi la Lombardia supera i 5 milioni di dosi. E si lavora per arrivare a immigrati irregolari e senzatetto

Un hub vaccinale

Un hub vaccinale

Milano, 20 maggio 2021 -  Ieri sera il portale di Poste ha aperto le prenotazioni del vaccino a oltre un milione e 200mila quarantenni lombardi, tra una settimana toccherà ai trentenni (oltre 940mila) e il 2 giugno al milione e 200 mila giovani tra 16 e 29 anni che sono l’ultima categoria anagrafica vaccinabile al momento; i richiami di AstraZeneca al personale scolastico partiranno tra cinque giorni e oggi la Lombardia supererà i 5 milioni di dosi iniettate; se entro i primi di giugno, "come ci viene assicurato", l’incremento delle forniture consentirà di accelerare dalle attuali 85mila ad almeno centomila vaccinazioni al giorno, in capo "alla seconda metà di luglio" tutti i lombardi che possono e vogliono avranno avuto almeno la prima razione d’antiCovid, ha spiegato ieri il vicedirettore regionale del Welfare Marco Salmoiraghi durante l’aggiornamento settimanale alla Commissione Sanità del Pirellone. La campagna sta andando a gonfie vele, e "siamo tra le regioni che stanno rispettando più rigorosamente le raccomandazioni del commissario e del ministero sulla priorità ai più fragili". Così ora la Regione può lavorare a un passo avanti, su un nodo che ancora non è stato sciolto da Roma: come estendere lo scudo vaccinale a un’indeterminata fascia di persone, dai migranti irregolari ai senzatetto, che sono fragili per motivi diversi da età e malattie e rischiano di restare fuori dai radar, continuando a diffondere il coronavirus.

Sinora la struttura commissariale nazionale ha disciplinato la vaccinazione per gli italiani con residenza all’estero e i diplomatici, ma c’è una pletora eterogenea di stranieri che ancora non ha accesso al vaccino: migranti irregolari o in attesa di regolarizzazione con una tessera sanitaria provvisoria, un codice fiscale provvisorio rilasciato dalla questura, uno dei codici che permettono agli indigenti (STP per gli extracomunitari, ENI o altri acronimi per i cittadini Ue senza copertura sanitaria in patria) quel diritto alle cure che la Costituzione garantisce a tutti gli "individui". La Regione, ha spiegato Salmoiraghi, sta facendo verifiche coi Ministeri e acquisendo l’elenco di questi codici per aprire il portale anche a loro: "Contiamo di farcela in un paio di settimane, a giugno". E l’idea è arrivare anche a chi, italiano o straniero, non ha uno straccio di tessera o codice, come i senzatetto: le Ats stanno mappando le realtà e le associazioni che offrono letti, pasti o cure e verificando se siano in grado di somministrare agli “invisibili”, come raccomandato anche dal Cts, il vaccino J&J che è a monodose.

Un’iniziativa applaudita dalle opposizioni, e il consigliere di +Europa Michele Usuelli offre il proprio aiuto, suggerendo di contattare la rete GrIs che coordina queste iniziative. Mentre la presidente del gruppo misto Viviana Beccalossi, che due mesi fa protestava per le vaccinazioni ai carcerati decise dal Ministero, definisce l’iniziativa "uno schiaffo" ai lavoratori e "ai nostri ragazzi", poiché teme che siano "scavalcati da extracomunitari irregolari", nonostante le sia stato spiegato che l’ammissione alla vaccinazione di tutte le persone "di difficile identificazione" di fatto avverrà dopo che le prenotazioni saranno state aperte a tutte le età vaccinabili, così come, "alcuni giorni dopo aver consentito a tutti i lombardi di prenotarsi", sarà riaperta la fila a chi è finito in coda per aver rifiutato, e non per cause di forza maggiore, un vaccino già prenotato.

E che vaccinare è una strategia di sanità pubblica: "Una basilare regola di epidemiologia per arginare la diffusione del virus - osserva Samuele Astuti del Pd, che aveva sollevato il problema in commissione una settimana fa - impone di coprire il maggior numero di persone chiunque esse siano"; oltre al fatto che lo impongono, aggiunge, "la legge e l’umanità".