Vaccini Covid, in Lombardia mancano più di 25mila dosi

Ora tocca rallentare. Richiami garantiti fino alla prossima con le scorte

Vaccino anti-Covid (Ansa)

Vaccino anti-Covid (Ansa)

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Le nuove consegne di vaccino antiCovid erano attese tra ieri e oggi, ma è sicuro che mancheranno all’appello 25.740 dosi in Lombardia, delle 95.940 che dovevano arrivare questa settimana. L’ha ricordato ieri il governatore Attilio Fontana, rivendicando le 184.919 iniezioni fatte a domenica sera utilizzando il 78,5% dei vaccini disponibili e d’aver tenuto delle scorte «fondamentali per i richiami». La curiosa decisione della Pfizer, di rallentare le consegne nell’Ue teoricamente solo fino a lunedì prossimo per potenziare la produzione dello stabilimento belga e fornire così più dosi nel secondo trimestre dell’anno, quando il suo vaccino probabilmente non sarà più l’unico disponibile sul mercato europeo, si è concretizzata in un taglio del 29% della fornitura settimanale per l’Italia.

Con le 397.800 dosi superstiti oltretutto distribuite «unilateralmente», secondo il commissario Domenico Arcuri, producendo un’«asimmetria» tra le regioni perché sei a basso dosaggio non saranno toccate mentre la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Veneto perderanno circa 25mila razioni. Così, mentre infuria la polemica sulla proposta di Letizia Moratti di ripartire i vaccini anche in base al contributo al Pil nazionale delle regioni, i 65 hub lombardi, che domenica erano arrivati a dare la prima dose al 55% delle 336mila persone da vaccinare prioritariamente praticamente centrando l’obiettivo impartito dalla neoassessore al Welfare, devono rassegnarsi a rallentare un ritmo d’iniezioni che ha toccato picchi sopra le ventimila quotidiane la scorsa settimana.  Proprio adesso che deve partire - e partirà, assicurano dall’assessorato, anche se magari non alla velocità desiderata - la somministrazione del vaccino agli ultraottantenni.

Negli hub del Milanese e del Lodigiano, a quanto si apprende, dovrebbero arrivare tra il 20 e il 30% in meno delle dosi previste, e con le scorte sarebbero quantitativi sufficienti a effettuare sia le prime che i richiami programmati, ma l’incertezza sulle consegne della settimana prossima (incluse le prime 11mila dosi di Moderna, sulle 100mila ricevute questo mese dall’Italia, una quota poco più che simbolica) impone prudenza.

Anche perché la somministrazione delle seconde dosi, appena iniziata per i vaccinati del V-Day, entrerà nel vivo da lunedì prossimo, quando scatteranno i 21 giorni dall’inizio reale della campagna in Lombardia. All’ospedale Niguarda, che ha gestito poco meno di metà delle 1.620 dosi di Pfizer simboliche consegnate in Lombardia il 27 dicembre e ha già finito il primo giro di circa 8.500 iniezioni che gli era stato assegnato (del personale interno s’è vaccinato l’89%), ieri è stato iniettato il richiamo anche a testimonial del V-Day come il virologo Fabrizio Pregliasco e il presidente del Mario Negri Silvio Garattini, che dunque tra sette giorni sarà tecnicamente sotto la protezione dell’antivirus. Ma ha sottolineato che le precauzioni - distanziamento, igiene, mascherina - vanno mantenute da tutti, finché non ci sarà l’immunità di gregge.