Vaccini per iscrivere i bambini al nido, l’obbligo lombardo scatta a settembre

Gallera: "Entro giugno il provvedimento. E l’antimeningite dal pediatra"

Vaccino

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Milano, 11 maggio 2017 - Scatterà a settembre l’obbligo di vaccinare i bambini da poliomielite, tetano, difterite ed epatite B per iscriverli a tutti gli asili nido, pubblici, convenzionati e privati di Lombardia. L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha annunciato ieri, rispondendo a una serie d’interrogazioni in Commissione Sanità, che l’«impegno» dato alla Giunta dal Pirellone il 4 aprile su mozione di Lombardia popolare (primo firmatario il capogruppo Angelo Capelli) diventerà una delibera, «predisposta a breve» con l’assessore al Reddito di autonomia Francesca Brianza, «che preveda come requisito per l’accreditamento» delle strutture la richiesta a chi le frequenta di produrre il certificato (o l’esenzione) per le quattro vaccinazioni obbligatorie, inserite nell’esavalente con pertosse ed emofilo. L’idea è di approvarla entro giugno e partire a settembre, «con una norma transitoria» per lasciare ai genitori che vogliono iscrivere i figli o l’hanno già fatto qualche mese per mettersi in regola.

L’assessore, che personalmente preferisce la strategia del «convincere», mantiene la promessa fatta all’aula, senza demandare il provvedimento a una legge regionale (iter nel quale s’impantanò una proposta identica dei Civici-Pd): «C’è stata un’indicazione del Consiglio su un tema così importante ed è corretto adottarla. Sarà un complemento alla nostra azione, che continua anche perché ai nido va solo il 15% dei bambini lombardi, su più fronti». Cita la nuova app del portale wikivaccini.com, l’elenco dei 5mila bimbi lombardi che non hanno completato l’esavalente mandato ai 1.300 pediatri lombardi: «La direzione è la stessa, vogliamo che i vaccini si facciano». Anche quelli col problema inverso, i richiestissimi antimeningococco in co-pagamento che la Regione offre al prezzo che paga a chi non ha diritto gratis o per patologia: nel primo mese ne sono stati fatti 26.021 (il 60% col quadrivalente ACWY, il 32% antimeningococco B, l’8% antiC), mentre le prenotazioni ad aprile risultano 105.301, di cui 33.007 nella sola Ats di Milano. Ora sono chiuse quasi ovunque, le liste d’attesa superano l’anno.

«Abbiamo aperto un tavolo», spiega Gallera, con medici di base e pediatri, che si erano offerti di partecipare: «Abbiamo concordato una procedura, accolto alcune loro corrette riflessioni, spiace che la trattativa non si sia ancora chiusa per divergenze sul contributo economico da riconoscere ai medici». Un sindacato chiede 20 euro per l’iniezione che l’Ats fa pagare 9,95, oltre al costo vivo del vaccino. «Non possiamo attingere a risorse del servizio sanitario regionale, cioè dei contribuenti, perché è un’operazione a costo zero - spiega Gallera -. E mi rifiuto di chiedere la differenza ai cittadini. Se non troviamo un accordo nei prossimi giorni apriremo ai singoli medici la possibilità di aderire», da giugno, per 9,95 euro a prestazione. «Se poi non saranno sufficienti a riaprire le agende e smaltire le liste d’attesa potenzieremo il personale nei nostri ambulatori». Sono 97 quelli che somministrano l’antimeningococco in co-pagamento, e «nell’ultima settimana rendicontata sono stati aperti complessivamente 273 ore».

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