Vaccini ai pazienti fragili Il Moderna a 40 oncologici

L’ospedale di Vizzolo Predabissi è partito tra i primi in Lombardia. Precedenza a chi prende farmaci immuno-soppressivi e ai malati gravi

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di Alessandra Zanardi

Partono le vaccinazioni anti-Covid per i soggetti fragili. Dopo i diabetici, l’Asst di Melegnano e della Martesana ha avviato la campagna di profilassi anche per i malati di tumore: 40 quelli che si sono sottoposti all’iniezione nella giornata di ieri nel reparto di Oncologia del Predabissi, diretto da Andrea De Monte. Il siero utilizzato, in questo caso, è Moderna che presuppone a sua volta, come quelli di Pfizer e AstraZeneca, l’inoculazione di una seconda dose (a distanza di 28 giorni dalla prima).

L’Azienda sociosanitaria del Sud-Est Milanese è dunque tra le prime realtà lombarde ad aver esteso la campagna d’immunizzazione ai soggetti più vulnerabili, in linea con le disposizioni regionali che puntano a mettere in sicurezza i cittadini maggiormente a rischio, prima di procedere con la vaccinazione di massa.

Per gli oncologici, le attuali indicazioni attribuiscono la priorità a coloro che sono in trattamento con farmaci anti-tumorali immuno-soppressivi e mieli-soppressivi, o che abbiano terminato la cura da non più di sei mesi, e a chi ha patologie maligne avanzate non in remissione. Nelle intenzioni dell’azienda, a breve il percorso vaccinale destinato a questi pazienti – per ora limitato al Predabissi – verrà esteso anche al presidio di Cernusco sul Naviglio.

In parallelo a quella per i malati di cancro, l’Asst di Melegnano e della Martesana prosegue con la campagna d’immunizzazione per gli over 80 e il personale scolastico. Nel complesso, gli hub di riferimento sono Vizzolo, Melzo, Binasco, Trezzo sull’Adda, Pioltello e Peschiera Borromeo. Ad oggi l’azienda ha effettuato 35mila vaccinazioni tra personale sanitario, Rsa, anziani e insegnanti.

Proprio in uno degli hub vaccinali del Sud-Est Milanese, quello di Vizzolo Predabissi, nella giornata di ieri alcuni utenti hanno segnalato code e attese. Una situazione scaturita anche dal fatto che diversi anziani in lista per l’iniezione (Pfizer, in questo caso) erano stati convocati nella medesima fascia oraria.

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