Vaccinati con doppia dose ma si ammalano di Covid

I casi di due ospiti alla Rsa Sironi: "Era variante inglese, da ieri sono negativi"

Le chiamate per il vaccino, over80 costretti a spostarsi per chilometri e chilometri

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Trezzo sull’Adda, 15 aprile - Vaccinati con doppia dose da mesi, di nuovo positivi anche se asintomatici, due ospiti in isolamento alla Rsa Anna Sironi: "È variante inglese". L’incubo "di ritorno" si è dissolto ieri, con il risultato negativo di un nuovo tampone. Le ospiti, due donne, stanno bene. Resteranno in isolamento, in via cautelativa, per qualche giorno ancora: la variante inglese risultata al sequenziamento, "come si sa, è molto insidiosa e lunga da smaltire". È Simone Centenaro, di Crm cooperativa sociale onlus gestore della residenza trezzese, a dar conferma dell’interruzione pro tempore dello status "covid free" della struttura. I primi 2 tamponi positivi agli screening di routine una decina di giorni fa. "Devo dire la verità - spiega - nei primi giorni abbiamo vissuto molto avvilimento, sembrava di rivivere un incubo. I nostri ospiti, ad oggi 55, sono stati tutti vaccinati con doppia dose, adesione totale, al 99%. Un’unica ospite non fu vaccinata per problematiche di salute". Vaccino "massivo" anche al personale. Due soli operatori scelsero in prima battuta di non ricevere la somministrazione, "ma a scanso di ogni possibile equivoco, accettarono a suo tempo di sottoporsi a screening continuo, sempre con esito negativo. Non sappiamo proprio come il “maledetto virus” sia riuscito a varcare di nuovo la soglia. Non ne abbiamo idea, i protocolli sono stati ferrei, le porte chiuse".

Nei giorni successivi alle diagnosi, e con le due ospiti già isolate, "c’è stato un lungo confronto con i nostri medici, e il clima si è rasserenato. Ciò che già si constata altrove, ovvero la possibilità di contrarre post vaccino il virus senza malattia, si è verificato anche qui. E la variante inglese ha decorso lungo". Le ospiti sono in salute. E stanno trascorrendo il periodo di isolamento in stanza singola ma con modalità “in corte”: "Significa - spiega ancora il direttore - che possono trascorrere qualche ora della giornata in salottini riservati e separate dal resto degli ospiti. Come dicevo, la prima ondata era stata di malattia, il clima era diverso. Questo nuovo isolamento non lo mandano giù. È normale". Mentre si spera di smaltire rapidamente i colpi di coda del virus “mutato”, si guarda avanti. Alla riapertura in sicurezza del centro diurno, a giorni. Alla ripresa delle visite dei parenti, "che vorremmo, in qualche modo, stiamo valutando il migliore, riattivare da maggio. La lontananza provoca grande sofferenza".

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