Uno sportello lavoro nell’ex covo mafioso

Ripulito dai giovani volontari del progetto “Scegli da che parte stare“ l’edificio confiscato alla ’ndrangheta in via Sant’Adele

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di Francesca Grillo

Da covo della ‘ndrangheta a sportello lavoro e sostegno per la ricerca di assistenti familiari e badanti. Il bene confiscato in via Sant’Adele 2 avrà una nuova vita, un uso sociale, in aiuto alle richieste del territorio, così come designa la normativa sull’assegnazione degli immobili sottratti alla criminalità organizzata. Ieri è iniziata la riqualificazione del bene grazie al campo di lavoro educativo “Scegli da che parte stare” di don Massimo Mapelli. I lavori di pulizia, imbiancatura e sistemazione dei muri interni ed esterni dei locali intitolati alla memoria di Felicia Impastato, madre di Peppino, simbolo della lotta antimafia, proseguiranno fino a venerdì.

"Desidero ringraziare i volontari – commenta il sindaco Stefano Martino Ventura – per il lavoro che stanno svolgendo. Abbiamo accolto con grande piacere la proposta di don Mapelli di intervenire sui locali di Sant’Adele, perché il progetto valorizza un bene confiscato che per anni era stato lasciato a sé stesso, come tanti altri sul territorio: una tendenza che stiamo invertendo con l’obiettivo di mettere a disposizione della città i beni sequestrati che ci sono stati affidati. Al termine della manutenzione di questa settimana, stiamo valutando di destinare i locali all’apertura di due sportelli: uno dedicato al lavoro e un altro agli assistenti familiari e per la ricerca di badanti, servizi molto richiesti dalla nostra cittadinanza". I giovani che stanno partecipando al campo educativo stanno anche lavorando a una relazione che ripercorre la vita di Peppino e Felicia Impastato, ma anche la storia del territorio e, in particolare, i risultati delle indagini e delle inchieste sulla ‘ndrangheta del sud Milano. Prossimamente, hanno anche in progetto di realizzare, all’interno, un murale dedicato al giovane giornalista siciliano ucciso nel 1978 dalla mafia.

"I volontari hanno dai 14 anni in su – spiega Elena Simeti, coordinatrice del progetto che l’associazione di don Mapelli ha proposto al Comune di Corsico – perché crediamo nella contaminazione delle età. I campi educativi vengono realizzati in collaborazione con Caritas, masseria di Cisliano e con le associazioni del territorio. Siamo già intervenuti con la sistemazione di una villetta in via Boccaccio a Trezzano e di altre due ad Albairate e Arluno. Appena termineremo l’intervento a Corsico - conclude Simeti - ci sposteremo in un bene confiscato a Trezzano, in via Morona".

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