Il Comune firma la prima unione civile. E' una malata terminale, non può più aspettare

Margherita: "Voglio sapere che quando non ci sarò più lei sarà al sicuro"

Unioni civili, famiglie arcobaleno (Ansa)

Unioni civili, famiglie arcobaleno (Ansa)

Milano, 28 luglio 2016 - La prima unione civile tra persone dello stesso sesso è stata riconosciuta ieri pomeriggio dal Comune. I decreti attuativi della legge Cirinnà non sono ancora stati approvati dal Governo. Ma Palazzo Marino ha voluto procedere lo stesso. Non un atto simbolico, quello dell’amministrazione comunale. Né un atto in qualche modo rivendicativo nei confronti di Palazzo Chigi. Tutt’altro. Motivazioni ben diverse. Il Comune ha ritenuto di dover agire preventivamente perché il caso lo richiedeva. E in piazza Scala sussiste la piena convinzione di aver agito nel pieno rispetto delle norme.

Margherita, insegnante di 53 anni, non poteva più aspettare. Malata terminale, è ricoverata dal 10 luglio all’hospice Vidas. Seguita, assistita e amata dalla donna della quale è innamorata da 25 anni, da quando ne aveva 28. Una relazione che ha attraversato gli anni senza alcuna interruzione. Maestra anche la compagna, la loro unione sarebbe stata tra le prime, se non la prima, ad essere celebrata a Milano, in quel di Palazzo Reale, come indicato nei giorni scorsi dall’assessore comunale a Politiche Sociali e Diritti, Pierfrancesco Majorino. C’era e continua a esserci anche una data indicativa, quella del 9 agosto, approvazione dei decreti attuativi permettendo. Ma Margherita, a causa del tumore con il quale è costretta a combattere, teme di non riuscire ad arrivare a quella data. Vuole, però, che la compagna possa avere tutti i diritti che si riconoscono alle coppie. "Voglio sapere che lei, quando io non ci sarò più, sarà al sicuro. Che potrà avere la mia pensione e la mia reversibilità: non stiamo chiedendo la luna".

Parole che Margherita ha rivolto, con pubblico appello, al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il 16 luglio, perché accelerasse l’iter di approvazione del decreto. Niente da fare, al momento. E così ecco il coinvolgimento del Comune. Che ieri ha di fatto riconosciuto l’unione tra Margherita e la sua compagna. Le ha sposate anche se la Cirinnà non è ancora pienamente in vigore. "Una fondata interpretazione della legge" quella operata da Palazzo Marino che, una volta varati i decreti attuativi, provvederà poi a trascrivere tale unione. Un funzionario comunale ieri pomeriggio è andato all’hospice Vidas e ha verbalizzato il desiderio delle due donne di costituirsi in unione civile secondo una prassi "analoga a quella del matrimonio". "Il decreto – spiegano da Palazzo Marino – è in corso di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla pubblicazione. Ma prevede la possibilità di dar luogo all’unione in modo accelerato in caso di imminente pericolo di vita di una delle parti. Non appena il decreto entrerà in vigore e saranno quindi effettivamente istituiti gli appositi registri l’unione verrà trascritta".

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