Un’inflazione da abbassare con ogni mezzo

Riccardo

Riccardi

Nella BCE è terminata l’era del denaro gratuito. Christine Lagarde ha ribaltato il lapidario messaggio di Draghi “whatever it takes”. “Tutto il necessario” per salvare l’Euro e l’economia europea. Non fu facile per Mario Draghi fare accettare la sua realistica politica monetaria permissiva. Il consiglio direttivo lo seguì a dispetto dei falchi. Per la Lagarde, ora in parziale retromarcia, l’inflazione alta è un pericolo. Va abbassata con ogni mezzo. Questa inflazione non è però da domanda ma da offerta. Materie prime rarefatte, incremento esponenziale dei prezzi di prodotti energetici ed agroalimentari. Con un aumento dei tassi, con lo stop non graduale del QE, in un quadro che vede il rapporto debitopil di oltre il 100% per Francia e Germania e del 150% per l’Italia, si rischia la deflazione con la difficoltà ad emettere nuovi titoli. Oltretutto a tassi superiori di 8 volte. La BCE aveva programmato di ridurre gradualmente l’acquisto di titoli di debito, nella prospettiva di una economia in crescita. Ha capito in ritardo il mutarsi degli eventi, senza realisticamente rendersi conto che l’inflazione da domanda potrebbero produrre effetti devastanti. La politica monetaria espansiva serve per dare fiato temporaneo. Quella restrittiva per raffreddare l’economia. La crisi attuale è una trasformazione che nulla ha a che vedere con i cicli economici. L’inflazione favorisce di solito i debitori. Nella fattispecie li penalizza insieme ai creditori. Il quadro è fosco anche perché le divergenze egoistiche europee sono notevoli. L’Italia sembrava avesse riacquistato fiato in Europa dove è rimasta fanalino di coda. Alla mercé di barbari predatori e invasori. La UE esamina. Intanto i migranti restano nello Stivale. Alla cui guida ora c’è un nocchiero competente con una ciurma in ebollizione e preoccupata per le poltrone da lasciare a breve. E dopo?

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