di Marianna Vazzana
Una penna. La cercava ieri un giovane detenuto per scriversi sul braccio il nome di una ragazza appena conosciuta. Una volontaria. Niente smartphone in tasca e l’inchiostro torna amico. Una scena che fa riflettere su cosa significhi stare “dentro“ e su cosa rappresenti per un adolescente. Una scena marginale ma significativa durante una giornata importante all’Istituto penale per i minorenni Cesare Beccaria che ha accolto il ministro della Giustizia Marta Cartabia: ha potuto guardare da vicino i frutti del progetto “Palla al centro“ promosso dalla Fondazione Francesca Rava. Una palestra riqualificata e quattro aule rimesse a disposizione nell’ex palazzina femminile per un corso di grafica e web design, più un laboratorio di arte. Poi l’aula di informatica, gestita da volontari di Microsoft Italia, teatro di corsi digitali. "La forza di questa iniziativa è nella capacità di contagiare tutti con energia positiva", ha evidenziato il ministro, ispirata dal quadro creato e donatole dai ragazzi: "C’è buio. Ma qualcuno ha acceso una candela che porta luce ed energia raggiungendo anche i punti più periferici: Fondazione Rava è così. E la giustizia stessa è un volto amico che dà una seconda possibilità". Il buio ha abbondato nell’ultimo anno: arrestati dalla Polizia di Stato nella provincia di Milano 325 giovani dai 14 ai 20 anni per rapina in strada. Quasi uno al giorno. E il Beccaria continua a essere al completo: oggi sono 37 i ragazzi (la capienza è di 36). Si lavora per costruire un ponte tra “dentro” e “fuori” con percorsi di rinascita. "Grazie alle attività – evidenzia Mariavittoria Rava, presidente della Fondazione Rava – i ragazzi capiscono che c’è un’alternativa ai reati che hanno commesso. La percentuale più alta è quella dei reati contro il patrimonio. Molti dei giovani che prendono strade sbagliate vivono in situazioni di povertà: si intervenga per aiutare le famiglie".
E nel lockdown "alcuni hanno sviluppato una dipendenza da social che ha portato a un’astrazione dalla realtà". A non distinguere la violenza “vera“ da quella virtuale. Progetti come “Palla al centro“ aiutano a tornare in carreggiata ma anche "a ridurre – sottolinea il direttore del carcere Fabrizio Rinaldi – la sensazione di abbandono". I prossimi corsi saranno di jujitsu e arte; in lista anche la riqualificazione dell’area verde e due campus in collaborazione incursori e palombari di Comsubin della Marina Militare. Tra gli intervenuti: Maria Carla Gatto, presidente del Tribunale per i minorenni, il prefetto Renato Saccone, la vicepresidente della Regione e assessore al Welfare Letizia Moratti, l’assessore al Welfare del Comune Lamberto Bertolè.
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