Un’ellisse, tre anelli e 16mila posti: ecco l’arena olimpica a Santa Giulia

Cts Eventim ha affidato il progetto all’architetto David Chipperfield. Investimento da 180 milioni di euro. Il sindaco: "Lavori al via entro fine anno. I ricorsi al Tar? La dead line è a giugno, intanto andiamo avanti"

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di Massimiliano Mingoia

Un anfiteatro classico, ma modernissimo, di forma ellittica e con tre anelli metallici flottanti e luminosi. L’arena olimpica di Santa Giulia prende forma ed è una forma “d’autore’’. Il progetto per il nuovo palazzetto dello sport per i Giochi invernali Milano-Cortina 2026, infatti, è stato affidato a uno degli architetti più noti a livello internazionale: l’inglese David Chipperfield. Cts Eventim – la multinazionale tedesca del ticketing e organizzazione di eventi live a cui Risanamento Spa, proprietaria dei terreni, ha affidato la realizzazione e la gestione del nuovo palazzetto – ha scelto l’archistar per disegnare l’arena che nelle due settimane olimpiche del 2026 ospiterà le partite di hockey su ghiaccio maschile e, subito dopo, sarà disponibile per partite di basket, volley, beach volley, tennis, esibizioni di ginnastica e concerti rock, pop e di musica classica. La capienza è di 16 mila posti (1.500 gli sky box), con un parterre che può prevedere posti in piedi o seduti e quattro tribune per gli eventi sportivi e tre tribune e un lato per il palco per i concerti. L’investimento ammonta a 180 milioni di euro.

La progettazione è stata affidata allo studio David Chipperfield Architects in collaborazione con la società internazionale di ingegneria Arup. Le bonifiche nell’area di Santa Giulia sono già in corso. Comune, Risanamento e Cts Eventim assicurano che il cronoprogramma rispetterà la scadenza del 2026: partenza dei lavori entro il 2022, conclusione entro l’estate 2025, in tempo per i collaudi olimpici.

I rendering firmati Chipperfield anticipano come sarà il nuovo palazzetto. L’arena sarà ellittica. Da una base rialzata, si protende verso l’alto formando tre anelli di diverse altezze che sembrano fluttuare gli uni sugli altri. Un’estetica esaltata, durante il giorno, dai tubi in alluminio, e di notte, dalle strisce luminose a Led. Sul fronte della sostenibilità ambientale, il progetto prevede misure per minimizzare le emissioni di anidride carbonica e pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto. L’elettricità generata coprirà la maggior parte del fabbisogno energetico dell’arena.

L’area sarà divisa in tre sezioni. Un confine sarà delimitato da un maxi-parcheggio da 2.750 posti auto. La sezione centrale sarà caratterizzata da una piazza da 10 mila metri quadrati, che durante i Giochi ospiterà la pista da ghiaccio per gli allenamenti e il riscaldamento degli atleti e poi sarà disponibile per eventi di vario tipo. Tant’è. Il sindaco Giuseppe Sala è soddisfatto: "Quest’arena è il gioiellino che stavamo aspettando, il progetto mi piace moltissimo. Un impianto da 16 mila posti a Milano non esiste da tempo e ce n’è bisogno". Sì, perché dalla storica nevicata del 1985 che fece crollare il Palazzetto dello Sport di San Siro il capoluogo lombardo ha dovuto accontentarsi del Palatenda (poi Palatrussardi, infine Palasharp) a Lampugnano, chiuso dal 2012 ma in attesa di ristrutturazione olimpica e, appena fuori Milano, del Forum di Assago.

Tutto a posto? Non proprio. Perché sull’accordo tra Comune e Risanamento Spa sullo sviluppo dell’area di Santa Giulia che comprende il nuovo impianto pendono due ricorsi al Tar. Il primo è di Forumnet del gruppo Cabassi, la società proprietaria del Forum di Assago. Il secondo è dell’immobiliare Ametista, proprietaria del Galleria Borromea Shopping Center a Peschiera Borromeo. Sala e i vertici di Risanamento e Cts Eventim fanno capire che la “dead line’’ entro cui i contenziosi dovrebbe essere risolti per non rallentare i lavori è fissata a giugno. Il sindaco sottolinea: "Siamo in tempo. Non essendoci stata la sospensiva del Tar, noi intanto andiamo avanti e per adesso i ricorsi non impattano sui lavori". Già, per adesso.

L’ultima nota riguarda il nome dell’arena. Per le Olimpiadi nessuno sponsor potrà associare il suo marchio all’impianto. Dopo i Giochi, invece, è probabile che il “naming’’ sarà associato a un privato pronto a pagarlo bene.

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