Una querelle da Consiglio di Stato

A Magenta Abu Bakar ha portato il Comune davanti ai giudici

Sorgerà anche a Magenta uno spazio, all’interno del cimitero comunale, dedicato alla sepoltura secondo il rito islamico? L’associazione Abu Bakar ha presentato ricorso contro la decisione del Tar che, lo scorso anno, diede ragione al Comune di Magenta e, tramite gli avvocati Aldo Russo e Luca Bauccio, intendono ribaltare tale decisione. Secondo gli islamici alla base di tutto ci sono principi importanti da rispettare, non ultimo il diritto di ognuno di concludere la propria esistenza seguendo i dettami della sua religione.

Oltre a una questione pratica. Perché molto musulmani risiedono a Magenta da anni e trasferire il loro caro defunto nel Paese d’origine ha un costo economico e sentimentale non indifferente. Lo spazio sarebbe già stato individuato nel chiostro del giardino delle Rimembranze. Uno spazio piccolo che non darebbe alcun fastidio. I musulmani a Magenta sono circa 1500 e i decessi sono tra i dieci e i quindici l’anno.

"Con il buon senso saremmo già arrivati ad un accordo – hanno sempre detto dall’associazione Abu Bakar – invece siamo costretti a fronteggiare battaglie legali costose. Una questione assurda, come quella della negazione di uno spazio per la preghiera". Molti magentini d’altra parte ribattono: "Non è tanto una questione di mancato rispetto di diritti ma di spazi disponibili all’interno del cimitero. Spazi terminati con le disponibilità dei loculi venuti a mancare anche per gli stessi fedeli di altre religioni". E così la diatriba continuerà fino al Consiglio di Stato. L’associazione Abu Bakar e i 1500 islamici magentini non si arrendono. G.M.

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