Un solo striscione per la Nord Ma restano Boys e gruppi storici

Il nuovo ristretto direttivo del secondo anello verde, cuore del tifo nerazzurro, spiega la scelta unitaria dopo l’omicidio Boiocchi e lo sgombero delle gradinate. Gli Irriducibili non aderiscono e lasciano il settore

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di Mauro Cerri

Un unico enorme striscione lungo più di 100 metri appeso alla prima transenna con la scritta Curva Nord Milano 1969. Così si vestirà il secondo anello verde alla ripresa del campionato il 4 gennaio, in occasione di Inter-Napoli, la partita che segna il nuovo corso degli ultras nerazzurri decisi a riporrae gli striscioni dei gruppi storici e a presentars dietro a un solo vessillo e con una maxi coreografia. Una scelta epocale nel mondo del tifo organizzato annunciata nelle scorse settimane non senza divisioni e interrogativi. Il primo: spariranno i Boys nati nel 1969, la più longeva formazione ultrà italiana, e le altre famose sigle della Nord?. "No, non è così". Alla domanda che si sono posti molti tifosi, ha risposto il nuovo direttivo della curva, guidato ancora da Andrea Beretta (che però allo stadio non può entrare) e nato in seguito all’omicidio dello “zio” Vittorio Boiocchi - il leader ultrà ucciso a colpi di pistola sotto casa prima di Inter-Sampdoria la sera del 29 ottobre - e alla contestata evacuazione forzosa delle gradinate.

Durante una diretta su youtube organizzata appositamente per illustrare le ragioni della svolta, nuovi e vecchi responsabili, tra cui Renato Bosetti e Nico Ciccarelli, hanno spiegato che Boys, Ultras, Brianza Alcoolica, Milano Nerazzurra e Viking non si scioglieranno. Resteranno fisicamente ai soliti posti, sventoleranno le vecchie bandiere e i loro simboli compariranno ai lati del nuovo gigantesco striscione insieme al logo degli Irriducibili. Che, però, in larga parte non hanno aderito all’iniziativa unitaria e lasceranno la curva. Non uno strappo, semmai una rispettabile scelta identitaria, precisano dal direttivo. Al loro posto, al confine con il secondo arancio, ci saranno i Tori Nord Est promossi dalla seconda transenna, dove si affaccerà invece il nenato gruppo Scompiglio Meneghino formato da ragazzi di Assago e Buccinasco.

Perché un solo drappo e una leaderaship più ristretta? “Nei momenti di difficoltà è meglio che a prendere le decisioni importanti siano poche persone e che si ritrovino compattezza e coesione. Dobbiamo ripartire diversamente”, hanno riassunto i capi ultras, riconoscendo come errore lo sbrigativo sgombero dell’intera curva, anche di chi voleva restare, durante la partita con la Sampdoria. “Qualcuno ha perso lucidità sconvolto per la morte di un amico e ha esagerato ma nessuno è stato picchiato come si è letto sui giornali”. L’idea iniziale sarebbe stata quella di togliere gli striscioni e svuotare solo il settore centrale. Poi qualcosa è sfuggito di mano. Di certo, l’episodio del 29 ottobre, attirando sulla curva le attenzioni delle forze d’ordine insieme alle critiche della società e del resto della tifoseria di San Siro, ha segnato un prima e un dopo in un movimento, quello degli ultras interisti, già colpito da tante diffide nel corso degli ultimi anni e alle prese, come le altre tifoserie organizzate, con le difficoltà di reperimento dei biglietti, dovuto ai canali online di vendita.

Nella trasferta di Monza del 7 gennaio, per esempio, gli ultras saranno molti di meno di quelli che avrebbero voluto esserci. Ma i tifosi “normali” e quelli dei club non mancheranno. A loro, specialmente quelli del primo anello verde, la Curva Nord vuole aprirsi, coivolgendoli nelle trasferte e nelle coreografie, con il sogno di unico grande “muro” nerazzurro dietro la porta. Il primo mattone verrà posto il 4 gennaio.

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