Un murale rende onore al mitico Gamba de Legn

A realizzarlo l’artista ossonese Vincenzo Gornati, che ha preso spunto da vecchie fotografie, ricordi personali e aneddoti risalenti a quell’epoca

I murales realizzati da Vincenzo Gornati sono sponsorizzati dalla Pro Loco

I murales realizzati da Vincenzo Gornati sono sponsorizzati dalla Pro Loco

"Al riva a Usòna e alcumincia a cantà al gal...". Con queste parole della filastrocca di Battista Oldani si ricorda che ad Ossona c’era una stazione della linea Milano-Castano Primo della tramvia del Gamba de Legn. Di quella tramvia non è rimasto più nulla. Ma ora, grazie ad un progetto della Pro Loco, sta rinascendo su un muro l’angolo della stazione. A realizzare l’opera è Vincenzo Gornati, settantaseienne originario del paese.

"Sono della famiglia dei Livat, i Gornati panettieri. Sono rimasto qui sino a quando avevo 25 anni". Oggi vive a Vimodrone, dove è stato anche assessore alla cultura. L’idea di ricreare questo "luogo della memoria" è nata proprio da un suo dipinto dedicato al Gamba de Legn che Vincenzo aveva regalato al fratello. "Da sempre coltivo la passione per la pittura" dice. Quel quadro è stato visto da alcuni della Pro loco e da lì è nata l’idea di dipingere un ampio murales, proprio nella zona in cui c’era la stazione del treno. "Ho subito accettato la proposta perché in tutta la mia pittura c’è sempre la voglia di restituire, con i dipinti, una memoria identitaria, ricreare qualcosa che non c’è più per farne ricordo".

Prima di questo Gornati aveva dipinto un murales a Carugate, dedicato alla banda, e uno a Vimodrone vicino alla stazione della metropolitana. Il muro prescelto per il ricordo del Gamba de Legn è ampio. Così si è pensato di realizzare due grandi murales. In uno, che riprende il quadro, ci sono i ricordi di Gornati dell’epoca del treno a vapore. "C’è, ad esempio, una donna con la carriola colma di valigie. Mia madre portava in stazione quelli della signora per la quale lavorava. C’è anche il Pasqual. In una filastrocca si dice che appunto il treno partiva sempre in ritardo perché c’era da aspettare l’arrivo del Pasqual, col suo passo lento per via della stazza. Ci sono le case, la piazza, il canale Villoresi, la gente che lavora nei campi". Nell’altro grande riquadro c’è invece la riproposizione di quella che è stata la stazione di Ossona: "Abbiamo trovato una vecchia fotografia, in bianco e nero - dice il pittore - e la sto riproducendo. Una foto in cui molti di quelli di una certa età che sono già passati a vedere il lavoro addirittura rivedono dei volti a loro noti, e ne fanno il nome". A completare il muro ci sono anche due riquadri più piccoli. "Qui - afferma l’artista - ho pensato di realizzare degli schizzi ricordando due aneddoti. In uno quello dei "tulit", i tappi delle bibite che i ragazzi mettevano sui binari prima del passaggio del treno. Poi li raccoglievano appiattiti per giocarci o per collezionarli, oppure anche i chiodi per farne dei cacciavite. In un secondo ricordo i "marigasc", le stoppie del granoturco. Quando era la stagione si raccoglievano in fasci e si buttavano nella bocca di fuoco assieme alla legna per generare il vapore".

 

 

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