di Roberta Rampini È un doposcuola da tutto esaurito che aggancia bambini e ragazzi con la scusa di fare i compiti e dare loro un aiuto nello studio, ma propone anche iniziative per il tempo libero. Da sedici anni, a Baranzate, nel Comune con il più alto tasso di immigrati d’Italia e nella strada, via Gorizia, dove convivono 72 nazionalità diverse. Stiamo parlando del progetto Braccio di ferro, un appuntamento quotidiano che coinvolge i ragazzi dagli 8 ai 13 anni, promosso dall’associazione La Rotonda. Un doposcuola multietnico, una scusa per gli educatori per stare vicino a bambini, ragazzi stranieri e alle loro famiglie, dove nessuno si sente escluso, nonostante il colore della pelle, la lingua parlata, le tradizioni e culture differenti, "nonostante il tempo trascorso da quando abbiamo iniziato questo progetto ormai nel lontano 2005, per noi resta uno dei momenti più importanti del nostro lavoro", raccontano gli educatori. Gli spazi di studio sono stati messi a disposizione dalle due parrocchie di Baranzate e con il trascorrere degli anni sono diventati luoghi di incontro e confronto fra ragazzi, operatori, famiglie e volontari. A Braccio di ferro non si fanno solo compiti, gli educatori organizzano anche uscite sul territorio, incontri tematici, gruppi di lettura e laboratori per i ragazzi. "È un doposcuola, è un momento di incontro e di festa, è un’occasione per imparare e crescere - racconta Laura Fichera, coordinatrice area intercultura e responsabile del progetto -. Oggi abbiamo 120 minori delle scuole elementari e medie che sono coinvolti nel progetto e 10 educatori che li seguono ogni settimana. Quest’anno, dopo le restrizioni degli ultimi tempi, bambini e ragazzi avevamo voglia di ricominciare, avevamo bisogno di incontrarci e di giocare insieme per assaporare un pochino di normalità, rispettando le regole dovute dall’emergenza sanitaria. Quando lo scorso giugno abbiamo aperto le iscrizioni ...
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