"Un concerto alla Scala l’11 maggio, a 75 anni da quello del dopoguerra"

L’idea di Paolo Puglisi, Slc-Cgil: un segno di rinascita, oggi come allora. Così il Piermarini ripartirà dopo il Covid

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di Nicola Palma

"L’ho già accennato nei giorni scorsi al sovrintendente Meyer, e presto ne parleremo in maniera più approfondita". L’idea di Paolo Puglisi, responsabile Slc-Cgil Milano per la Scala, è questa: "Organizzare un grande concerto al Piermarini il prossimo 11 maggio". La data è simbolica anziché no: quello stesso giorno di 75 anni fa salutò la rinascita del Piermarini dopo i drammatici bombardamenti dell’agosto 1943 e la ristrutturazione-lampo al termine del secondo conflitto mondiale voluta dall’allora sindaco Antonio Greppi. La gente si mise in fila dal mattino per accaparrarsi un posto in teatro e assistere al concerto diretto da Arturo Toscanini. "Perché non farlo pure nel 2021?", si chiede Puglisi.

Che significato avrebbe la serata?

"Un segnale di speranza per tutto il mondo dello spettacolo dal vivo, di cui la Scala è un simbolo in tutto il pianeta. Il nostro settore ha pagato e sta pagando un prezzo altissimo, ma possiamo trasformare questo momento difficilissimo in un’occasione di rilancio e di nuovo sviluppo per il Piermarini. È stato così nel 1946 proprio grazie a Greppi, che mise davanti a tutto il teatro e le fabbriche. Deve essere così nel 2021. Per questo, ho pensato a questa serata speciale. Quando saremo tutti vaccinati, lo spettacolo dal vivo riprenderà a pieno ritmo, e noi dobbiamo farci trovare pronti".

Come?

"Innanzitutto sviluppando i progetti che faranno crescere ulteriormente la Scala. Penso in primo luogo ai lavori nella palazzina di via Verdi, che una volta completati garantiranno un ampliamento del palco. E poi al progetto della Cittadella di Rubattino, dove verranno trasferiti i laboratori oggi ospitati all’ex Ansaldo di via Bergognone e i depositi dislocati in varie zone della città. Quella sarà un’altra occasione da non perdere: l’obiettivo deve essere la creazione di un polo di produzione dell’opera che possa servire anche le altre fondazioni italiane. Credo sia arrivato il momento di mandare in archivio la formula degli appalti e di privilegiare i lavoratori interni, ovviamente aumentando adeguatamente la pianta organica".

A proposito di pianta organica, questi progetti presuppongono un numero più elevato di dipendenti.

"Siamo impegnati come sindacato per eliminare il precariato e incrementare la pianta organica. Inoltre, alla Scala serve una grande operazione di ricambio generazionale, che può essere rapidamente attuata con le norme in vigore: bisogna assumere i giovani, con un imponente piano di formazione".

Difficile pensare a tutti questi progetti in un periodo simile...

"È proprio in periodi come questo che bisogna ragionare sul futuro e preparare la ripartenza: siamo la Scala, un punto di riferimento mondiale, e dobbiamo prepararci nel migliore dei modi".

Due giorni fa, il Cts ha dato il via libera ai protocolli presentati dal ministro della Cultura Dario Franceschini per la riapertura dei teatri. C’è anche una data: il 27 marzo.

"Da questo punto di vista, alla Scala noi sindacati abbiamo condiviso con l’azienda già nel 2020 un rigido protocollo anti-Covid, con stringenti misure di sicurezza e controlli periodici sui lavoratori. Certo, il limite dei 200 spettatori sarebbe penalizzante per il Piermarini, ma una cosa è certa: se ci daranno la possibilità di riaprire, lo faremo subito".