Un bambino su tre non si piace: 10 anni l’età più critica per l’autostima

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Un bambino su tre non si piace. È quanto emerge dall’indagine, svolta a marzo, da AstraRicerche per il progetto “Rainbow High: Fai Brillare il tuo Colore“, che Mga Entertainment metterà in campo da qui alla fine dell’anno a sostegno di autostima e talenti con guide pratiche per i genitori e conversazioni con esperti. Su un campione di circa mille bambini, tra i sei e i dodici anni, un terzo di loro ha ammesso di avere un’autostima bassa o carente; non si piacciono così come sono, sentono che vorrebbero essere diversi, migliori nel saper fare più cose e meglio di come le sanno fare adesso. Il motivo? La crisi pandemica, la guerra e l’evoluzione dei social network sempre più presenti all’interno delle vite. In questo scenario il momento più complicato per i più piccoli è intorno ai dieci anni. Dati alla mano: si passa dal 69% delle bambine di sei anni che ha buona o ottima autostima al 57% tra quelle di dieci anni, e persiste una netta decrescita dei comportamenti di apertura, fantasia e scoperta che porta i bambini a vivere la cameretta come il luogo in cui giocare. "I due anni appena trascorsi a causa dell’isolamento prima, e ora l’esposizione a emozioni intense e allarmanti, hanno avuto un riflesso più impattante e significativo sui bimbi di dieci anni in cui l’incertezza e l’incognita del contesto è risuonata sulla loro normale fase di transizione – ha spiegato la psicologa e psicoterapeuta esperta in età evolutiva e terapia genitoriale Marta Rizzi –. In particolare, le bambine sono più sensibili allo sguardo e al giudizio altrui nel senso che i bambini a questa età sono molto più attenti a tutto quello che riguarda le abilità fisiche mentre le bambine fanno maggiore attenzione a quelle relazionali".

Una situazione che porta bambine e bambini a non mettersi in gioco. Per questo famiglie e scuola non devono abbassare la guardia: "Devono valorizzare unicità e diversità di ciascuno, evitare di reprimere le loro emozioni o di omologarli con altri bambini e non dare troppo peso agli errori perché sbagliare è un’opportunità – ha aggiunto Rizzi –. Avere una buona autostima significa riconoscere le proprie risorse, ammettere con serenità i propri limiti individuando le aree in cui migliorarsi. Per poter sviluppare una buona autostima è indispensabile mettersi alla prova, conoscersi, relazionarsi e sbagliare".

Federico Dedori

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