Milano, inciampa e batte la testa: morto dopo 7 giorni

San Siro: Ugo Fabbrica è caduto mentre stava passando il bus 49, ma i filmati paiono escludere l’impatto. Indagine della polizia locale

Una foto di Ugo Fabbrica tratta dal suo profilo Facebook

Una foto di Ugo Fabbrica tratta dal suo profilo Facebook

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Milano - ​Venerdì sera, gli ultrà dell’AX Armani Exchange gli hanno dedicato uno striscione sugli spalti della Segafredo Arena di Bologna: "Ciao Ugo. Cuore Olimpia", la scritta comparsa prima della gara 2 di finale in trasferta contro la Virtus. Ugo Fabbrica era un fan della formazione biancorossa e un frequentatore abituale del palazzetto di Assago, sempre in prima linea per sostenere Niccolò Melli e compagni. La pallacanestro era più di una questione di tifo per il quarantaseienne, che in passato aveva giocato con la maglia dell’Urania Basket e che si ritrovava ancora con gli amici al campetto del parco Sempione per i classici tre contro tre. Fabbrica è morto in ospedale il 2 giugno a seguito delle lesioni provocate da una caduta avvenuta una settimana prima; e le circostanze che hanno portato alla sua scomparsa sono al centro di un’indagine della polizia locale. Secondo una prima ricostruzione, tutto è avvenuto alle 18 del 25 maggio in via Capecelatro, a due passi da piazza Axum e dai cancelli dello stadio Meazza.

Alcuni testimoni hanno riferito che Fabbrica è sceso dal marciapiedi, infilandosi tra due auto in sosta, per attraversare la strada, ma è inciampato, ha perso l’equilibrio ed è rovinato a terra. Proprio in quel momento stava passando l’autobus della linea 49: i passeggeri del mezzo pubblico si sono accorti subito di quello che era successo e hanno allertato il conducente, che si è fermato per prestare soccorso. La dinamica ha fatto pensare a un urto tra il pullman e l’uomo, ma dai filmati acquisiti dagli agenti della polizia locale sembra emergere che l’impatto non ci sia stato e che quindi la morte di Fabbrica sia stata causata dall’impatto con l’asfalto.

"Un gigante buono", la descrizione che tutti danno di Ugo, che lascia la moglie. Amante degli animali, aveva trasformato la sua passione per i cani in un lavoro, diventando educatore cinofilo. "Non riusciamo a immaginare di non vederlo più passare e salutare a modo suo, con quel milanesissimo “Uè”. Era una persona splendida. Passando, si affacciava sempre alla porta anche solo per salutarci", lo ricordano titolari e dipendenti della focacceria "Ciao San Siro", che il giorno dell’incidente si sono fiondati in strada dopo la caduta per aiutare Ugo e chiamare il 112. "Ci siamo visti due settimane fa al Forum a tifare Olimpia. Dopo tanto, ci siamo rivisti e abbracciati come se non fosse passato neanche un secondo dai tempi delle vacanze a Teglio, da quando giocavamo insieme in maglia Urania – il post commosso di un ex compagno di squadra –. Ci dovevamo vedere ancora al Forum a tifare la nostra Olimpia in finale. Ciao amico, vola alto ancora, per sempre".

 

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