Uccisa dal fidanzato-padrone: "Blessing era soltanto mia"

Rho, le telecamere smascherano le bugie dell’uomo che lei aveva lasciato ad aprile

Blessing Tunde e il 34enne G.K. arrestato per l'omicidio della ragazza

Blessing Tunde e il 34enne G.K. arrestato per l'omicidio della ragazza

Rho (Milano) "Non avevo piacere che la mia ragazza parlasse con altri uomini. Se Blessing aveva bisogno di qualcosa, sapeva che doveva rivolgersi solo a me. Io sono una persona gelosa. Mi aveva mandato via di casa il 16 aprile perché suo padre non voleva che sposasse un ghanese".

Poche parole di verità in un castello di bugie smascherate dalle indagini. È stato l’ex fidanzato George Kyeremeh, 34enne nativo del Ghana, in Italia con regolare permesso di soggiorno, a uccidere la venticinquenne nigeriana Blessing Tunde, ritrovata morta il pomeriggio del 12 maggio, in un campo di Mazzo di Rho dove si prostituiva. L’uomo è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri della squadra Omicidi del Nucleo investigativo di via Moscova, guidati dai tenenti colonnelli Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Angela Laura Minerva, su richiesta del pm Grazia Colacicco, con l’accusa di omicidio volontario.

George non si era rassegnato alla fine del loro rapporto sentimentale, "da quando viene cacciato di casa alla mattina dell’omicidio chiama Blessing ben 30 volte ricevendo risposta solo in 3 circostanze", scrive il gip nell’ordinanza. Quando il 14 maggio viene interrogato dai carabinieri, afferma di non conoscere il lavoro dell’ex fidanzata, riferisce che quando si erano lasciati era al quarto mese di gravidanza e nega di conoscere il campo di via Morandi dove è stato trovato il cadavere di Blessing, "non ho idea se fosse un luogo frequentato da Blessing, o almeno, non di mia conoscenza. Non conosco la zona che mi avete mostrato", risponde agli inquirenti quando gli mostrano alcune foto prese dall’App Google street view. Eppure George in passato ha vissuto in un centro di accoglienza poco distante. Dice bugie ai carabinieri ma nei giorni successivi mentre parla al telefono con un amico e definisce quello che è successo "un grosso problema" e ammette di sapere che "Blessing è stata uccisa nel bosco".

Saranno le telecamere di una ditta situata accanto all’area boschiva che lo incastrano: hanno immortalato la coppia il pomeriggio del 3 maggio, lei raggiunge la sua postazione, indossa una parrucca rosa, si siede in attesa dei clienti, apre un ombrellino per ripararsi dal sole. Pochi istanti dopo arriva lui. I due parlano. Poi, le telecamere che si attivano grazie ad un sensore, smettono di registrare. Quello che è successo dopo è stato ricostruito dalle indagini dei carabinieri: George strangola l’ex fidanzata, verosimilmente con un nastro elastico per capelli annodato per due volte attorno al collo e alla parrucca fatta di trecce che indossava abitualmente. Poi l’assassino si allontana portando via la sua borsa, mentre il sacchetto verde chiaro e l’ombrello utilizzati da Blessing vengono visti a terra sulla strada sterrata che porta all’area del rinvenimento del cadavere.

A sostegno della tesi degli investigatori il cellulare di Blessing non trovato inizialmente sulla scena del delitto e recuperato solo ieri mattina durante la perquisizione a carico di Kyeremeh al momento dell’esecuzione della misura di custodia cautelare. Ora il ghanese si trova nel carcere di San Vittore.

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