Uccisa dai costi: chiude la Paganelli

L’annuncio della Polisportiva Asa che gestisce l’impianto aperto in pandemia solo per l’agonismo

Piscina Paganelli

Piscina Paganelli

"Faccio davvero fatica a dirvi che purtroppo non possiamo più reggere il costo della piscina aperta solo per gli agonisti". Con queste parole Lia Strani, presidente della polisportiva Asa di Cinisello Balsamo, nei giorni scorsi ha comunicato alle 80 famiglie dei suoi agonisti della sezione nuoto che dal primo febbraio la piscina Paganelli non riaprirà. Asa dovrà fermare gli impianti per non peggiorare la situazione di un bilancio messo letteralmente in ginocchio da un anno di pandemia.

"Abbiamo dato fondo alle nostre ultime risorse – spiega Lia Strani nella comunicazione – nella speranza di una riapertura per febbraio, ma purtroppo sembra che ci vorrà tempo e a questo punto l’anno sportivo non possa ripartire". La comunicazione ha avuto un effetto dirompente tra molte delle famiglie, non soltanto cinisellesi, che in questa piscina avevano trovato una sorta di oasi e di rifugio sicuro per i loro figli, che da un anno sono esclusi da ogni attività sociale.

"Per noi famiglie questa piscina è fondamentale dal punto di vista non solo sportivo, ma soprattutto sociale – racconta Katia Colamartino, madre di due allieve nuotatrici –. Un luogo sicuro e positivo nel quale le mie figlie hanno potuto continuare a coltivare amicizie e a fare un’attività positiva. Oggi la notizia della chiusura ci destabilizza e pone un serio problema per tanti giovani che attraverso lo sport hanno trovato la forza, anche psicologica, di superare questo anno terribile. Le mie figlie l’altra sera avevano i lacrimoni". Dinanzi alla notizia della chiusura, la figlia di 10 anni ha proposto alla madre di occuparsi delle pulizie per ridurre i costi. Molte famiglie si sono già sentite e si incontreranno questa sera in videochiamata per parlare della possibilità di contribuire economicamente per venire incontro alle esigenze della società sportiva. A questo punto diventa fondamentale un apporto pubblico per rendere possibile l’operazione di salvataggio.

Ad oggi la piscina Paganelli è l’unica del Nord Milano a garantire un servizio per agonisti, tra le poche nel Milanese. La presidente Asa ha spiegato che il costo di gestione della piscina supera di poco i 9mila euro al mese e che le sole rette delle famiglie arrivano a coprire poco più di un terzo della spesa. "Molte famiglie hanno già scritto al sindaco per chiedere un supporto – spiega Francesca Lucarelli, madre di un adolescente agonista –. Chiudere la piscina sarebbe un fallimento sportivo e sociale. Per un anno questi allenatori hanno continuato a seguire i nostri ragazzi, a stimolarli e a tenerli su di morale. Per tutto il lockdown si allenavano da casa, a secco e questo ha contribuito a dare una prospettiva ai nostri ragazzi che altrimenti si sarebbero persi. Ciò che deve essere chiaro alle istituzioni è che un impianto sportivo non è solo un luogo dove si fa sport, ma è anche un luogo dove i ragazzi possono crescere in un ambiente positivo e sicuro". Per salvare la stagione dei nuotatori Asa c’è tempo fino a fine mese.

 

 

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