Ragazza uccisa a coltellate, dall’autopsia prime risposte

Intanto resta in carcere il tranviere accusato dell’assassinio

Jessica Valentina  Faoro è stata uccisa  in via Brioschi  a Milano

Jessica Valentina Faoro è stata uccisa in via Brioschi a Milano

Milano, 11 febbraio 2018 - Gli esami autoptici sul cadavere, rilievi della polizia scientifica nell’appartamento in via Brioschi 93, posto sotto sequestro, dove è stata uccisa Jessica Valentina Faoro, 19 anni. La raccolta delle testimonianze di familiari, conoscenti e vicini di casa di Alessandro Garlaschi, il tranviere di 39 anni che resta in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Dalla mattina del 7 febbraio gli investigatori della Squadra mobile di Milano, coordinati dal pm Cristiana Roveda, sono al lavoro per chiarire alcuni aspetti della dinamica. L’autopsia, che verrà eseguita nei prossimi giorni, servirà per accertare l’ora della morte e il numero esatto delle coltellate inferte da Garlaschi che dopo l’omicidio, in piena notte, ha tentato maldestramente di bruciare il cadavere. Lo ha avvolto in un cellophane e lo ha nascosto sotto il divano-letto del piccolo appartamento. Avrebbe tentato di pulire anche la scena del crimine, facendo sparire alcune tracce. Poi si è arreso, è uscito di casa passando davanti al custode, è andato a prendere moglie e suocera a Novegro. E la tragedia è venuta alla luce. Finora è sempre rimasto in silenzio, sia in questura davanti al pm sia nel corso dell’interrogatorio di garanzia (ieri il gip Anna Calabi ha disposto la custodia cautelare in carcere). Ad eccezione di quelle poche frasi rivolte agli agenti intervenuti nell’appartamento: «Ci siamo messi a discutere per un film da guardare in televisione, abbiamo litigato, lei mi ha minacciato con un coltello, sono riuscito a disarmarla e l’ho colpita». Garlaschi ha alcuni tagli sulle mani, che verranno analizzati, ma potrebbe essersi procurato le ferite mentre massacrava la ragazza. La sua versione, l’unica disponibile, viene ritenuta da investigatori e inquirenti poco credibile. L’ipotesi è quella di una reazione violenta di fronte al rifiuto di un suo approccio sessuale, dimostrato anche dai messaggi WhatsApp inviati a Jessica prima dell’omicidio. Potrebbe essere scoppiata una lite, e lui ha perso il controllo.

La moglie dell’uomo, ascoltata a lungo nelle ore successive all’omicidio, è risultata estranea ai fatti. Ma sembra poco probabile che non sapesse delle inclinazioni e delle ossessioni del marito, che amava frequentare ragazzine molto più giovani di lui. Lo ha lasciato solo in casa con Jessica, ed è andata a dormire dalla madre. Rapporti di coppia finiti sotto la lente d’ingrandimento. Intanto Garlaschi resta nel carcere di San Vittore, in regime di isolamento anche per evitare contatti con altri detenuti. È «stralunato e confuso», secondo chi lo ha incontrato. Nei prossimi giorni, dopo l’autopsia e il nulla osta della Procura, verranno celebrati i funerali di Jessica, uno «spirito libero», che amava il canto e la musica. A soli 19 anni aveva sperimentato tutte le difficoltà di una vita segnata dal dolore e dal senso di abbandono di chi è costretto a crescere in comunità. Cercava di risalire la china da sola, senza soldi e tutele, senza un lavoro fisso. E ha incrociato sulla sua strada Alessandro Garlaschi, che ha attirato la ragazza, vent’anni in meno di lui, nella trappola mortale.

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