Ragazza uccisa a coltellate in via Brioschi, le 7 ore di follia del tranviere

La ricostruzione dell’assassinio: corpo nel cellophane, poi è andato dalla moglie

La 19enne Jessica Valentina Faoro

La 19enne Jessica Valentina Faoro

Milano, 9 febbraio 2018 - «Ci siamo messi a discutere per il film da guardare in tv. Abbiamo litigato e lei mi ha ferito con un coltello. Io sono riuscito a disarmarla e a colpirla». Più o meno le parole che Alessandro Garlaschi ha detto alla polizia per giustificare l’aggressione mortale a Jessica Valentina Faoro. Una versione poco convincente, non foss’altro perché la 19enne è stata colpita con più di dieci coltellate: che tutta quella violenza sia scaturita da una banale diatriba su un programma televisivo (peraltro avvenuta a notte fonda) pare davvero inverosimile; così com’è complicato parlare di reazione da difesa in presenza di un numero tanto elevato di fendenti inferti.

Garlaschi ha sì dei tagli sulle mani, medicati dai sanitari del 118 prima dell’arrivo della polizia, ma potrebbero essere lievi ferite che si è procurato mentre massacrava la ragazza: servirà una perizia per stabilirlo con certezza. In ogni caso, al termine dell’interrogatorio, il tranviere, difeso dall’avvocato Angelo Rosario Mongelli, è stato sottoposto a fermo per omicidio volontario: l’aggiunto Laura Pedio e il pm Cristiana Roveda ne hanno già chiesto al gip la convalida con misura di custodia cautelare in carcere (Garlaschi è sorvegliato a vista nel centro di osservazione neuropsichiatrica di San Vittore); l’udienza dovrebbe tenersi tra oggi e domani. Gli investigatori di Upg e Mobile, coordinati rispettivamente da Maria José Falcicchia e Lorenzo Bucossi, sono riusciti a ricostruire le 7 ore trascorse tra l’assassinio di Jessica e l’allarme dato in portineria: «Ho una ragazza morta in casa».

Siamo in via Brioschi 93, stabile abitato da dipendenti Atm come il 39enne, conducente del tram 15. Sono da poco passate le 3.30 quando va in scena la violenta discussione: probabile sia scaturita da un approccio sessuale di Garlaschi (lui non ne ha fatto cenno agli inquirenti), che da un paio di settimane ospitava in casa la 19enne in cambio di un aiuto per le iniezioni di insulina. Il 39enne ha preparato il terreno per quelle avances, visto che la sera ha accompagnato la moglie V.E. a casa della suocera: ci sono le immagini delle telecamere a confermarlo, uno dei motivi per cui la donna è ritenuta estranea alla vicenda. Forse Jessica si ribella e lo respinge con veemenza. A quel punto, il tranviere perde la testa e la uccide con un coltello da cucina poi sequestrato dagli investigatori. Poi Garlaschi prova a occultare il cadavere: la puzza di bruciato avvertita in casa fa ipotizzare il maldestro tentativo di darlo alle fiamme; così come il fatto che il corpo, con le gambe piegate, sia stato rinvenuto seminascosto dal divano-letto avvolto nel cellophane e in parte chiuso in un borsone potrebbe lasciar pensare a un piano per far sparire i resti di Jessica. Alle 6.08, il 39enne chiama in azienda: «Oggi non vengo, sono malato». Quindi esce di casa e va a prendere suocera e moglie; quest’ultima chiama un collega sindacalista Atm per dire «L’ha fatta grossa».

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