"Tutela legale per i piccoli profughi"

Milena Olini, avvocata e consigliera comunale, nominata tutore volontario di un 12enne ucraino

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di Monica Autunno

Giuramento fatto, Milena Olini, avvocata e consigliera comunale di Bussero, è stata nominata dal Tribunale “tutore volontario” di un bimbo ucraino in Italia non accompagnato. "Sono felice – dice – di poter aiutare concretamente chi sta vivendo questo dramma. Nella speranza che questo ragazzino, come molti altri suoi connazionali, possa tornare a casa dai genitori quanto prima".

La nomina del tutore volontario è prevista dalla normativa a beneficio di bambini o ragazzi giunti in Italia non accompagnati dai genitori. Sono in genere ospiti di strutture di accoglienza o di parenti, questi ultimi non in grado però, per questioni spesso relative alla lingua, di occuparsi delle pratiche burocratiche relative a cure sanitarie, scuola, documenti. "È il caso del dodicenne di cui sono stata nominata tutore – spiega Olini –. È arrivato in Italia in marzo senza genitori ma con una sorella diciannovenne, ed entrambi vivono con il compagno della ragazza, che era già qui da tempo. La sorella non parla italiano, la normativa prevede l’affiancamento di una figura di garanzia". La nomina a tutore da parte del Tribunale per i minorenni è stata preceduta da un rapido ma completo corso formativo, "cui ho preso parte insieme a molti altri colleghi che avevano dato la disponibilità a questo percorso – prosegue Olini –. L’ondata dei profughi è stata molto importante e di carattere emergenziale. Per quanto mi riguarda avevo già una formazione attinente, mi occupo di diritto di famiglia e sono curatore speciale di minori in tribunale. Ad esempio, nel caso di udienze di separazione o divorzio". L’incarico di tutoraggio durerà per tutto il periodo di permanenza in Italia del minore. "La norma prevede l’affiancamento al bambino e in questo caso alla famiglia per ogni pratica per cui si renda necessario, e una relazione al Tribunale dei minori ogni tre mesi. È un notevole impegno, che prendo molto sul serio".

La prima difficoltà affrontata: "Quella di far comprendere sia al ragazzino che alla sorella il mio ruolo. Quando hanno ricevuto la citazione si sono spaventati, quando li ho incontrati ho visto nei loro occhi il terrore, magari di una separazione. Una situazione difficile, affrontata anche grazie a una bravissima giudice". Un’ultima considerazione. "Quella nell’ambito della quale ci muoviamo è un’ottima legge, assolutamente a garanzia dei bambini. E lo Stato italiano, dal mio punto di vista, e su questo fronte, ha reagito molto bene alla crisi ucraina. La macchina funziona. Chi parla solo male dovrebbe forse saperlo".

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