Turista violentata a Milano, lo stupratore accusa le vittime

Il violentatore seriale, affiliato a una gang, condannato a 12 anni

Josè Balmore Argueta Iraheta, il salvadoregno di 28 anni condannato per due stupri

Josè Balmore Argueta Iraheta, il salvadoregno di 28 anni condannato per due stupri

Milano, 17 marzo 2018 - Dodici anni di carcere per Josè Balmore Argueta Iraheta, il salvadoregno di 28 anni, legato alla gang sudamericana MS18, arrestato a novembre perché fingendosi un tassista, la notte del 17 settembre, stuprò una turista canadese di 30 anni. Violentatore seriale secondo le indagini del pm Gianluca Prisco, il giovane aveva commesso un’altra violenza sessuale, il 14 novembre 2010, vittima una donna a bordo di un treno che viaggiava da Milano a Vignate. Il giovane, difeso dal legale Chiara Parisi, ha provato, sia con dichiarazioni in aula, sia con due lettere inviate da San Vittore alle vittime, a chiedere scusa. L’effetto delle scuse è stato però completamente annullato da una ricostruzione dei fatti che è parsa una ulteriore offesa alle vittime. Infatti Iraheta ha negato tutti gli abusi. Per quanto riguarda la violenza sul treno (la donna venne stuprata e poi rapinata del cellulare), il salvadoregno ha provato a sostenere: «All’epoca avevo appena 20 anni avevo fame, ed ero senza soldi, volevo prenderle solo il telefono. Non credo di averla violentata, ricordo di avere solo rovistato negli abiti che aveva addosso». In realtà, la donna fu sbattuta a terra, picchiata e violentata più volte.

Sugli abusi contro la turista canadese, il salvadoregno ha addirittura provato a dire che lui ha solo interpretato male l’atteggiamento della donna. «Ricordo che la ragazza era consenziente durante il rapporto, camminava da sola all’alba, ci siamo incontrati per caso, abbiamo parlato e le ho dato un passaggio». In realtà costrinse con estrema brutalità la ragazza a subire ripetuti abusi, «battendole prima la testa a terra mentre la teneva per i capelli, poi stringendole il collo e mettendole oggetti in gola per evitare che urlasse e chiamasse aiuto, poi la violentò più volte», si legge nelle carte del processo. Una notte da incubo per la studentessa, che si ritrovò abbandonata a Lampugnano, sola e nell’impossibilià di chiamare aiuto, fu soccorsa qualche ora dopo, in stato di profondo choc.

Il giudice ha riconosciuto provvisionali di risarcimento da 25mila euro ciascuna alle vittime (la canadese era assistita dal legale Olivia Kissov e l’altra donna, di 32 anni, era rappresentata dall’avvocato Patrizio Nicolò). Iraheta era stato fermato dai carabinieri che lo avevano rintracciato ad Alessandria. Grazie ai rilievi del Ris di Parma, poi, il 28enne era stato individuato anche come lo sconosciuto che sette anni prima violentò la donna sul treno. Un caso che era stato archiviato e che poi, grazie alla traccia biologica raccolta nelle indagini sull’ultima violenza, è stato riaperto e ha consentito agli inquirenti di contestare al sudamericano anche l’aggressione di quasi otto anni fa. Il gup Natalia Imarisio, accogliendo la richiesta del pm, non ha applicato la continuazione, come già avvenuto in passate sentenze, tra i due reati di violenza sessuale e, dunque, le pene per i due episodi si sono sommate, senza alcuno sconto, se non quello previsto dal rito abbreviato.

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