Maxi truffa on-line, smantellata organizzazione criminale: 49 siti fittizi, dieci arresti

Le indagini sono scaturite a seguito di una querela, presentata da una delle vittime per il mancato recapito di un iPad che aveva acquistato su un sito internet. Un gruppo operava in Italia e uno in Romania

L'operazione della polizia postale

L'operazione della polizia postale

Milano, 10 maggio 2016 - La polizia ha smantellato un'organizzazione criminale transnazionale dedita alle truffe on-line su larga scala nella vendita di prodotti high-tech. Nell'ambito dell'operazione messa a segno dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni di Milano, denominata, 'face off', sono stati arrestati dieci rumeni e sono stati sequestrati beni per un milione di euro.

Le indagini sono scaturite a seguito di una querela, presentata da una delle vittime per il mancato recapito di un iPad che aveva acquistato su un sito internet. A questa, sono poi state collegate altre 350 denunce per truffa presentate sul territorio nazionale. Gli investigatori della postale, attraverso minuziose attività di indagine, hanno potuto verificare che il gruppo criminale aveva predisposto in serie ben 49 portali fittizi, attestati sul territorio nazionale, pubblicati in maniera sistematica. Secondo quantoscoperto dagli investigatori, l'organizzazione si contraddistingue per la presenza di due gruppi omogenei, uno che operava in Italia per svolgere le attività fraudolente ai danni dei cittadini italiani e l'altro operante in Romania, dove sono state eseguite gran parte delle operazioni informatiche più complesse, come la creazione di pseudo-siti di e-commerce e le operazioni di phishing mediante furto di dati sensibili e spostamento dei flussi dei proventi illeciti. Nell'occasione, grazie alla preziosa e costante collaborazione di Poste Italiane è stato possibile individuare oltre cento documenti di identità falsi, finalizzati all'apertura di altrettante carte prepagate.

Nello specifico, le transazioni illecite individuate sono 2.962, per un profitto di circa un milione di euro. Le dinamiche organizzative del gruppo criminale ruotavano attorno a tre rumeni, di cui due coniugi. La coppia agiva in Italia, mentre il terzo uomo, promotore dell'associazione, in Romania: era lui a impartire gli ordini agli altri membri su come procedere nelle attività tecnico informatiche. Inizialmente la monetizzazione delle frodi era effettuata in sportelli delle province lombarde e solo successivamente in Romania nella zona di Ramnicu Valcea, soprannominata 'Hackerville' d'Europa per il record di truffe online. È da questa città che provengono la maggior parte degli arrestati. Dopo aver creato il sito truffa, gli utenti effettuavano l'acquisto di prodotti elettronici inconsapevoli di rimettere i loro dati sensibili ai truffatori, procedendo ai pagamenti attraverso due modalità: mediante ricarica su carte prepagate o mediante la compilazione di un apposito modulo di pagamento che di fatto serviva a carpire i dati delle loro carte di credito. I prelievi avvenivano da sportelli automatici ubicati di solito in alcuni luoghi del nord Italia o in Romania. Probabilmente ad un certo punto dell'indagine i truffatori avevano sospettato di essere sotto la lente d'ingrandimento degli investigatori, tanto che le loro conversazioni telefoniche erano diventate più criptiche. Si erano creati un proprio vocabolario: con il termine 'bottiglia' indicavano le carte prepagate, con 'cantiere' i conti gioco attivati per il riciclaggio del denaro e 'caffè' era il luogo virtuale nella rete internet. Le intercettazioni e le analisi dei movimenti bancari hanno inoltre scoperchiato il sistema di riciclaggio che si basava sul gioco online mediante account intestati a nome di ignari utenti e collegati ad altrettante carte prepagate parimenti attivate con documenti falsi. Sui conti gioco venivano riversate le somme di denaro ottenute sia attraverso il phishing, cioè i proventi delle finte vendite online, sia quelli frutto dell'utilizzo indebito delle credenziali sottratte con il classico sistema delle email trappola, con cui l'associazione criminale si sostituiva ai reali istituti bancari e postali.

Alla luce degli elementi raccolti dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni, grazie anche alla collaborazione del DIICOT di Bucarest, prontamente attivato per le indagini sul versante rumeno, per gli aspetti di assistenza giudiziaria internazionale, la Procura della Repubblica di Milano ha avanzato al gip la richiesta per l'adozione della misura cautelare in carcere a carico dei dieci indagati ed ha, altresì, trasmesso il Mandato di Arresto Europeo all'Autorità giudiziaria rumena per l'esecuzione nei confronti di tre indagati, di cui uno già arrestato in territorio rumeno, interessando anche la Procura di Pitesti per le perquisizioni e i sequestri, e quella di Valcea per il sequestro dei conti e delle autovetture. L'odierna operazione internazionale, coordinata dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha visto contestualmente impegnati, sul territorio nazionale, gli uomini dei Compartimenti di Milano, Venezia e Roma, e su quello rumeno gli investigatori dei DIICOT (Dipartimenti Investigativi per la lotta al crimine organizzato e terrorismo) di Bucarest e di Pitesti. Le dieci persone arrestate sono ritenute appartenenti ad un'organizzazione criminale transnazionale finalizzata alle truffe o-line, utilizzo indebito di carte di credito, falsificazione di documenti, sostituzione di persona e furto di identita' digitale. In Italia, le operazioni sono state eseguite in Lombardia, nel Veneto e nel Lazio sotto il coordinamento del servizio polizia postale e delle comunicazioni. Gli investigatori hanno in corso anche una perquisizione ad un noto dealer della provincia di Como, dove erano state attivate numerose schede telefoniche utilizzate dagli indagati.

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