Truffatori sequestrati e pestati: presi tre fratelli

Largo Giambellino, spedizione punitiva per vendicare un raggiro da 20mila euro. "Se non ci date i soldi, vi ammazziamo qua"

Legati e picchiati. "Se non ci date i soldi, vi ammazziamo qua", la minaccia. Una vera e propria spedizione punitiva per vendicare un raggiro da 20mila euro. Un raid brutale provvidenzialmente interrotto dagli agenti del commissariato Porta Genova, coordinati dal primo dirigente Manfredi Fava, che hanno ricostruito la vicenda a posteriori e arrestato i quattro aggressori, tra cui tre fratelli egiziani. Iniziamo dalla fine, cioè dal momento in cui i poliziotti arrivano davanti a un ristorante di largo Giambellino, sollecitato dalle segnalazioni di alcuni residenti su una lite in corso. La saracinesca è abbassata, ma gli investigatori sentono rumori all’interno e decidono di controllare: quando riescono a entrare, trovano quattro persone armate di mazze che ne stanno picchiando altre due, legate per le gambe a un tavolo con le fascette. Arrivano i sanitari del 118: i due feriti, un quarantatreenne originario del Congo e un quarantaquattrenne del Camerun, vengono trasportati in ospedale, dal quale verranno poi dimessi con 5 giorni di prognosi. Agli agenti, il titolare dell’esercizio commerciale, un venticinquenne egiziano, racconta che dieci giorni prima è finito nella truffa della "moltiplicazione dei soldi": un uomo gli ha chiesto 20mila euro, promettendogli che gliene avrebbe resi il doppio, 40mila. Dopo aver effettuato lo scambio, il ristoratore si è accorto che il denaro era in realtà un mucchio di banconote contraffatte. Così ha ricontattato l’imbroglione e, fingendo di aver abboccato, lo ha invitato nel suo locale per un nuovo affare. L’altro, non si sa perché messo in allarme da quella telefonata o perché davvero alle prese con un altro impegno, ha risposto che avrebbe mandato due complici per chiudere l’accordo.

E così i due centrafricani si sono presentati all’appuntamento, portando con loro anche l’attrezzatura per la riproduzione dei soldi. A quel punto, sono stati storditi con lo spray urticante dal venticinquenne, dai due fratelli e da un quarto connazionale, legati al tavolo e colpiti più volte a bastonate. "Se non ci date il denaro, vi ammazziamo qua", la frase ripetuta alla coppia di malcapitati, che non hanno potuto far altro che urlare a squarciagola per attirare l’attenzione degli inquilini del palazzo. Nel frattempo, i due sono stati pure rapinati di anelli, catenine d’oro e orologi. Per fortuna, le richieste di aiuto dei sequestrati sono arrivate alle orecchie di alcuni residenti, che hanno subito dato l’allarme al 112.

Prima di essere accompagnati in pronto soccorso, i feriti hanno dato la loro versione dei fatti e indicato un cassetto sotto il registratore di cassa come luogo in cui era stata nascosta la refurtiva; e in effetti c’è stato un riscontro immediato alle loro parole, visto che proprio lì sono stati ritrovati i preziosi appena rubati dai quattro. Alla fine, gli egiziani sono stati arrestati con le accuse di sequestro di persona e rapina in concorso.

N.P.

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