Milano, venti milioni scomparsi nel nulla: alla sbarra tre frati francescani

L’accusa: appropriazione indebita. E vanno a processo

Frati francescani

Frati francescani

Milano, 2 febbraio 2018 - Circa 20 milioni di euro “volatilizzati”, spariti dalle casse dei francescani. E tre frati, ex amministratori di tre enti, dovranno affrontare un processo per appropriazione indebita. I pm di Milano Adriano Scudieri e Sergio Spadaro hanno disposto la citazione diretta a giudizio per i religiosi coinvolti nell’inchiesta sul maxi-ammanco. La richiesta della Procura, con cui i tre imputati vengono mandati direttamente a processo, segue la decisione del gip Maria Vicidomini che, poco meno di un mese fa, non accogliendo la richiesta di archiviazione dei pm, a cui si era opposta la Casa Generalizia dell’Ordine dei Frati Minori, aveva ordinato l’imputazione coatta. I pm hanno formulato la citazione diretta a giudizio perché per il reato di appropriazione indebita è previsto questo tipo di rito processuale che permette di saltare l’udienza preliminare.

Ora toccherà al Tribunale fissare la data dell’inizio del processo a carico di Giancarlo Lati, ex economo della Casa Generalizia, di Renato Beretta, ex economo della Provincia di Lombardia San Carlo Borromeo dei Frati Minori, e di Clemente Moriggi, ex economo della Conferenza dei ministri provinciali dei Frati Minori d’Italia. Le indagini erano scattate tra fine 2014 e metà 2015 con le denunce presentate dagli stessi tre enti dei Frati Minori, nelle quali già si segnalava che i tre frati avevano posto in essere «operazioni di investimento, promosse e gestite da un sedicente fiduciario-investitore, tale Leonida Rossi», persona «sprovvista di qualsiasi autorizzazione per lo svolgimento di attività finanziarie» e che si sono «concluse con la mancata restituzione dei capitali investiti». Rossi, 78 anni, italo-svizzero, dopo che era emerso il suo coinvolgimento nell’indagine si era impiccato nella sua villa a Lurago d’Erba, in provincia di Como, nel novembre del 2015. I tre enti avevano denunciato «gravi irregolarità nella gestione finanziaria» tra il 2007 e il 2014 con «consistente e reiterato flusso di denaro, per un importo superiore a 24 milioni di euro, dalle casse degli enti verso conti correnti bancari ubicati in Svizzera nella disponibilità di Rossi».

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