Truffa dei diamanti, imprenditore arrestato per riciclaggio

La guardia di finanza di Milano ha arrestato Maurizio Sacchi. Tra le vittime del raggiro anche vip come Vasco Rossi e Federica Panicucci

Le indagini eseguite dalla guardia di finanza

Le indagini eseguite dalla guardia di finanza

Milano, 3 luglio 2020 - La guardia di finanza di Milano ha arrestato Maurizio Sacchi, titolare del Dpi, società nel settore della promozione della vendita di diamanti attiva soprattutto nel Nord Italia, con l'accusa di autoriciclaggio. L'operazione è uno sviluppo dell'inchiesta sulla truffa dei diamanti e denominata "Crazy Diamond", coordinata dal pm Grazia Colacicco, che ha visto tra le vittime Vasco Rossi e Diana Bracco. L'indagine nel febbraio 2019 aveva portato al sequestro di beni per oltre 700 milioni, nonché nel gennaio 2020 al sequestro di quote societarie e attività finanziarie per circa 34 milioni di euro.

Nell'ottobre dello scorso anno, inoltre, è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di 87 persone fisiche e 7 persone giuridiche, tra cui 5 noti istituti di credito, a vario titolo coinvolti in condotte di truffa aggravata, autoriciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, ostacolo all'esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza e corruzione tra privati. L'indagine aveva consentito, in particolare, di accertare la commissione di una truffa, dell'ordine di diverse centinaia di milioni di euro, ai danni di decine di migliaia di risparmiatori, da parte di società che, attraverso il sistema bancario, promuovevano e vendevano diamanti a prezzi notevolmente superiori rispetto all'effettivo valore, prospettando agli investitori rendimenti irrealistici ed applicando loro esorbitanti provvigioni.

Gli ulteriori sviluppi investigativi, scaturiti dall'approfondimento della gestione operativa di una delle  società le cui quote erano già state sottoposte a sequestro, hanno consentito di ricostruire una complessa operazione di riciclaggio, "strutturata" con il contributo di un imprenditore operante nel settore finanziario, Nicolò Maria Pesce, gia' sottoposto a misura cautelare in carcere nei giorni scorsi, per occultare, attraverso l'interposizione di società operanti nel Centro- Nord Italia nei più diversificati settori economici, parte dei proventi della truffa realizzata ai danni dei risparmiatori.

 

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