Truffa all’Inps, così funzionavano i distacchi

Il segretario della Cisl di Brescia, Alberto Pluda, tra i dodici iscritti nel registro della Procura di Milano assieme a un imprenditore di 80 anni

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MILANO

C’è anche il segretario della Cisl di Brescia Alberto Pluda tra i 12 indagati dalla procura di Milano nell’inchiesta sulla truffa da oltre 600mila euro ai danni dell’Inps, basata su finte "aspettative sindacali non retribuite". Con Pluda è indagato anche un imprenditore bresciano di 80 anni. Entrambi devono rispondere di truffa ai danni dell’Inps in relazione al versamento di contributi, tra il 2008 e il 2019, nei confronti di una donna straniera. È stato disposto, in particolare, il sequestro di oltre 73mila euro sui conti della Fisascat Cisl di Brescia, operazioni che hanno preso il via già ieri mattina. Intanto, tra Bergamo e Brescia, aumentano i casi di dipendenti che raccontano come avvenivano questi “distaccamenti fittizi“. "Sono responsabile, dal 2015, delle politiche lavorative... sono stata assunta a tempo indeterminato nel 2005 dalla Cisl Lombardia - è una delle testimonianze che emerge dalle carte che dispongono il sequestro. - Ad un certo punto, nel 2011 circa, R.Z. mi comunica che “hanno deciso” che, per risparmiare, mi avrebbero fatto assumere da una società di “loro amici” e che, dopo 6 mesi, mi avrebbero “distaccato” in Legge 300 per ottenere un risparmio contributivo. A malincuore accettai tale proposta e mi fecero firmare il contratto di assunzione in un’altra azienda, chiedendomi di rassegnare le dimissioni dalla Cisl di Milano. Mi dissero - si legge ancora - che avrei dovuto recarmi, una tantum, presso la sede della nuova azienda a firmare delle pratiche di natura burocratica legate al rapporto fittizio di lavoro. Nell’autunno del 2018 ricevetti una chiamata sul mio telefono cellulare di servizio da tale...(omissis) che si qualificò amministratore giudiziario della azienda da cui ero stata assunta (...). Quest’ultimo mi riferi che l’azienda era in stato di liquidazione ed era sottoposta ad un’indagine da parte della magistratura. (...) Avendo paura di perdere il mio posto di lavoro, chiesi di tornare alla Cisl Lombardia. Mi risposero di non volerne sapere, quando si resero conto che la questione era alquanto spinosa". Anna Giorgi

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