Milano, trova 1.300 euro e li restituisce

Youssef, titolare di una lavanderia, non ci ha pensato due volte: giusto così

Youssef Mikhaeil Habib

Youssef Mikhaeil Habib

Milano, 27 febbraio 2019 - Prima di mettere qualcosa in lavatrice, si sa, la prima regola è controllare bene tutte le tasche per evitare spiacevoli inconvenienti. Il peggio? Veder svanire per sempre banconote. È facile in questo caso lasciarsi prendere dal dispiacere e dalla rabbia, che sono direttamente proporzionali alla gioia che invece si prova se c’è chi provvede per tempo a salvare il tesoro prima che la lavatrice lo deteriori. Se, poi, «l’angelo» che lo trova lo restituisce, integro, al legittimo proprietario, la gioia è doppia.

È quel che ha provato Marco, residente a Porta Venezia, che si è visto consegnare dal titolare della tintoria “La splendida 2” di via Maiocchi 3 tutte le banconote che erano rimaste in una tasca poco visibile dei suoi pantaloni da viaggio: 1.000 euro e 300 dollari. «Questo signore ha trovato i soldi nella tasca e me li ha restituiti tutti: una bella lezione di onestà». Il titolare è Youssef Mikhaeil Habib, egiziano di 34 anni a Milano da 10, papà di due bambini. Giovedì scorso, al ritorno da un viaggio in America, i pantaloni di Marco erano stati portati in tintoria. E lì sono rimasti due giorni. «In una tasca c’era una busta con i soldi che avevo tenuto per ogni evenienza, mentre ero all’estero. Pensavo che non avrei più rivisto i miei soldi, perché finiti in lavatrice. Invece, al ritiro degli indumenti, con mia grande soddisfazione, mi sono stati restituiti. Il titolare avrebbe potuto benissimo approfittarne, dirmi di non aver trovato nulla e tenerseli. Sono stato colpito dalla sua onestà. Gli ho dato una mancia per ringraziarlo, ma il suo gesto non ha prezzo».

Così ha voluto lodarlo pubblicamente, raccontando la storia sulla social street (pagina Facebook) Residenti in via Maiocchi e dintorni, ottenendo in meno di due giorni oltre cento reazioni, tra like e cuori. Il lavandaio Youssef accoglie tutti con un sorriso. Sulla parete alle sue spalle fanno capolino una riproduzione del Cenacolo di Leonardo, una foto di New York e la sagoma di una madonna («sono cattolico», dice). Il viavai di clienti è continuo, in dieci minuti tre persone passano a ritirare vestiti puliti, un’altra a portare camicie da stirare. Trovare soldi o altri oggetti dentro le tasche è routine, fa sapere: «Di soldi ne trovo almeno due volte a settimana. Una volta in una tasca erano rimasti 4mila euro... In quel caso ho subito telefonato al proprietario perché avevo il numero. Se non ho contatti, metto al sicuro le banconote accanto al numerino del cliente corrispondente, così so a chi devo restituirli. È giusto così. Mi capita anche di trovare dei giochi di bambini: tengo da parte anche quelli, so quanto i piccoli ci tengano...». Gentilezze che non passano inosservate e che colpiscono, in un mondo che va di corsa e che troppo spesso pare essere dimora dei furbi più che degli onesti. Youssef mostra di appartenere alla seconda categoria.

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