Coronavirus, "Troppa fretta sul rientro in ufficio, lo smart working deve rimanere"

In programma nuovo incontro sindacati-Comune. La Uil-Fpl: banca delle giornate? Serve ben altro, a partire dalle regole

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Sul rientro in ufficio "per noi bisognava essere più cauti, attendendo di osservare la progressione dei contagi". E sulla “banca dello smart working“ lanciata dall’assessore al Lavoro Cristina Tajani "i dipendenti si aspettano ben altro dal Comune, a partire da una regolamentazione vera" del lavoro a distanza. Gianluca Maritato, segretario responsabile Enti locali della Uil Fpl di Milano, chiede al Comune, alla luce della crescita dei contagi, di rivedere la scelta di limitare lo smart working a sei giorni al mese. Intanto per domani è stato fissato un nuovo incontro con i sindacati sul piano di rientro, mentre diversi lavoratori che hanno manifestato preoccupazione sulla situazione sanitaria. "Sin dal primo incontro, avvenuto il 18 settembre, siamo stati molto critici – spiega Maritato – non capendo la premura di organizzare il rientro. Non lo capiamo a maggior ragione adesso".

Critiche anche sull’iniziativa della “banca dello smart working“, un sistema che permetterà ai dipendenti di Palazzo Marino di cedere giornate di lavoro da casa non sfruttate a colleghi che ne hanno bisogno. "Un’idea senza alcuna base di concretezza – sottolinea – tanto che durante gli incontri non se ne é mai discusso, se non a margine. Ci spiace dunque dover ribadire nuovamente l’ovvio, cioé che lavoratori si aspettano ben altro dal Comune a partire da una regolamentazione vera dello smart working. Tantissime aziende le hanno invece colmate, queste mancanze, mostrando lungimiranza. Di questo tipo di impegno vorremmo e dovremmo parlare, altro che di banca dello smart working".

Andrea Gianni

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