Divorzio dalle Fs, i piani di Fontana: "Sei mesi per la nuova Trenord"

Il governatore: "Continuerò a metterci la faccia"

Attilio Fontana, presidente della Regione, ha rifiutato l’offerta delle Ferrovie dello Stato

Attilio Fontana, presidente della Regione, ha rifiutato l’offerta delle Ferrovie dello Stato

Milano, 11 luglio 2018 - Lo scisma del ferro sarà portato a compimento «entro la fine dell’anno». E l’accordo che lo disciplinerà sarà firmato «entro il 30 luglio» e, immediatamente dopo, «in tempi brevissimi», Trenord avrà un nuovo management. Questa la tabella di marcia scandita ieri da Attilio Fontana nel corso dell’intervento col quale ha informato il Consiglio regionale sugli esiti della trattativa condotta con Renato Mazzoncini, amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato (FS), per il riassetto dell’azienda del trasporto ferroviario regionale. Confermatissima la scelta di fondo, quella della gestione separata: Ferrovie Nord Milano (FNM), controllata dalla Regione, e Trenitalia, controllata dalle FS, oggi sono azionisti di Trenord col 50% ciascuno delle quote. «Un equilibrio – spiega Fontana – che nei prossimi anni avrebbe reso complicato, per uno dei due, investire». Detto altrimenti: le FS hanno fatto capire più volte che gli investimenti sarebbero stati subordinati alla possibilità di acquisire la maggioranza di Trenord, proprio l’offerta che Fontana ha rifiutato per approdare, invece, alla separazione consensuale. Entro fine anno, spiega quindi il governatore, «nel servizio ferroviario lombardo opereranno due imprese: una controllata da FNM e una controllata da Trenitalia», come anticipato.

La prima società, quella controllata da Palazzo Lombardia attraverso FNM, sarà la nuova Trenord e gestirà il 45% delle 40 linee regionali: quelle suburbane (passante ferroviario), quelle che collegano Milano all’aeroporto di Malpensa, e quelle che già oggi giacciono sulla parte di rete di competenza di FNM. In tutto mille chilometri di rete. L’altra società, quella a guida FS, gestirà il restante 55% delle linee, quelle a media e lunga percorrenza. «Il modello è quello parigino della Rete Espressa Regionale» fa sapere il governatore. Perché questo sia possibile la Regione dovrà siglare due diversi contratti di servizio. L’accordo quadro che Fontana vuole sia sottoscritto entro il 30 luglio attiverà tre gruppi di lavoro che dovranno definire proprio questi aspetti: «il perimetro delle attività affidate alle due società e le condizioni dei futuri contratti di servizio». Su quest’ultimo punto, Fontana però ha già dato un’indicazione chiara: l’idea è firmare contratti di servizio della durata di «10 anni più 5», mentre oggi sono solo quinquennali. Il dato che rivela il senso dell’operazione è quello relativo all’anzianità delle flotte: i treni che viaggiano sulla rete di FNM hanno un’età media di 10 anni, quelli che viaggiano su rete Rfi (FS) hanno un’età media di 40 anni. «Con questo nuovo assetto – assicura Fontana – si induce Trenitalia ad investire in nuovo materiale rotabile per equilibrare l’anzianità delle flotte», esattamente l’investimento che Mazzoncini aveva subordinato all’acquisizione della maggioranza di Trenord.

Fontana assicura, però, che non si avrà una Lombardia a due velocità e che la Regione continuerà a metterci la faccia in ogni caso: «In caso di disservizi la responsabilità sarà sempre del presidente della Regione, che la tratta sia gestita dalla nuova Trenord o da Trenitalia. Per me sarà solo una questione di tirare la giacchetta all’amministratore delegato di Trenord o a quello di Trenitalia, di individuare la persona alla quale far valere le lagnanze ma il responsabile resta il presidente della Regione». Non ultima, la spinta sulle nomine di Trenord: «Per fare tutto questo – conclude Fontana – avremo bisogno di un management rinnovato e motivato». In pole Marco Piuri, direttore Europa di Arriva ed ex direttore generale di Ferrovie Nord, e Annarita Polacchini, amministratore delegato della Asf, l’azienda del trasporto locale di Como e provincia. Più distanziato Elio Catania, ex presidente di Atm. E ieri, dopo le parole del governatore, i titoli di FNM in Borsa sono schizzati del 9,3%.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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