Travolto dal rider pirata, femore rotto: "Strade giungla, il Comune intervenga"

Il fattorino circolava su una bici elettrica in piazza Cordusio: è fuggito, nessuno pagherà i danni

Sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Milano

Sono intervenuti gli agenti della polizia locale di Milano

Milano - La botta improvvisa da dietro, la caduta a terra e "un dolore fortissimo". Germano Prati, milanese di 79 anni, da lunedì scorso è ricoverato in ospedale con il femore rotto. Il rider che lo ha investito in Cordusio, invece, è scappato subito dopo l’incidente a bordo della sua bici elettrica. Ora Germano, in pensione dopo una vita professionale da dirigente nel settore delle risorse umane, lancia un appello: "Questo incidente è il risultato di una mancanza di rispetto delle regole sulle strade, dovuta anche alla precarietà di questo tipo di lavoro. Il Comune e lo Stato dovrebbero intervenire, con più controlli e magari prevedendo l’obbligo di una targa per chi si occupa delle consegne sulle biciclette elettriche". Biciclette che spesso vengono modificate dai rider per correre più veloci sulle strade, e aumentare le consegne quando vengono pagati “a cottimo“ o lavorano per più piattaforme.

A settembre dell’anno scorso anche il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano era intervenuta scrivendo una lettera al comandante della polizia locale Marco Ciacci, evidenziando la "preoccupazione" per il rischio di incidenti stradali che coinvolgono pedoni. È infatti "aumentato in maniera esponenziale" il numero di rider "che utilizzano biciclette a motore" modificate, illegali e "talvolta perfino prive di pedali", a cui si aggiungono anche monopattini elettrici "non consentiti, di potenza superiore a 500 W, muniti di sellino o addirittura con motore termico". A pagarne le conseguenze, in questo caso, è il 79enne. Il rider, dall’aspetto un giovane di origine sudamericana, tra l’altro è scappato e, quindi, almeno per il momento il pensionato non potrà neanche ottenere un risarcimento dei danni. Quando era a terra ha fatto in tempo a notare il logo e i colori di una delle multinazionali del delivery che inquadrano i rider come lavoratori autonomi, sul contenitore usato dal fattorino per trasportare il cibo a domicilio. Elementi utili per identificarlo potrebbero arrivare anche dalle telecamere installate nella zona dell’incidente, al vaglio della polizia locale insieme alle testimonianze raccolte.

Germano Prati, quando è stato travolto, a mezzogiorno di lunedì scorso, stava oltrepassando i jersey in cemento installati in piazza Cordusio negli anni degli attentati terroristici che hanno insanguinato le città europee. "Mi ha colpito da dietro e sono caduto a terra – racconta – ho sentito un dolore fortissimo. Mentre chiamavano l’ambulanza il rider è scappato, senza dire una parola". L’uomo è ancora ricoverato all’ospedale Fatebenefratelli, dove ha subito un delicato intervento per la rottura del femore, con venti punti di sutura. E il percorso di riabilitazione, al Trivulzio, durerà almeno un mese. Intanto Germano Prati è costretto a letto. "Ho sempre amato camminare in montagna e due anni fa sono riuscito a fare anche una ferrata in Val Gardena – spiega – adesso non so neanche se potrò tornare a muovermi in autonomia".

 

 

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