Trap, revocato il Daspo a Rondo "Deve potersi esibire nei locali"

Raid all’Old Fashion con Baby Gang: il Tar boccia i divieti imposti dalla Questura a Mattia Barbieri. I giudici: le singole autorizzazioni per le serate non consentono all’artista di programmare il lavoro

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di Nicola Palma

Interrotto a metà. Doveva durare due anni il Daspo Willy per il trapper Rondodasosa, all’anagrafe Mattia Barbieri, ma nei giorni scorsi il Tar ne ha cancellato la validità a poco meno di dodici mesi dall’emissione del provvedimento da parte del questore Giuseppe Petronzi. In realtà, a leggere tra le righe delle motivazioni firmate dal presidente Domenico Giordano, la sentenza sembra mettere in discussione proprio i capisaldi della norma – introdotta dopo l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro e a lui idealmente ispirata – per allontanare dai locali aperti al pubblico le persone che possono rappresentare un pericolo per la collettività e per l’ordine pubblico. Andiamo per gradi. Il 24 agosto 2021, via Fatebenefratelli bandisce il ventenne leader del collettivo SevenZoo e l’amico artista Baby Gang da bar, discoteche e in generale da tutti i luoghi di Milano in cui si somministrano cibo e bevande.

Il motivo? Il mese prima, i due, spalleggiati da altri 30 ragazzi incappucciati e armati di spranghe e bottiglie di vetro, hanno messo in scena una sorta di assalto all’Old Fashion (aggredendo anche il rivale Laioung), a seguito del rifiuto degli addetti alla sicurezza di far entrare Barbieri. La decisione viene motivata, come si ricostruisce nel verdetto del Tribunale amministrativo, anche da una serie di precedenti che "dimostrerebbero la pericolosità sociale" di Rondo: dagli scontri avvenuti in Romagna nel 2020 al filmato in cui il trapper veniva ripreso prima sul cofano e poi sul tettuccio di una Volante della polizia, "pronunciando frasi ingiuriose contro le istituzioni". I legali del ventenne presentano ricorso, contestando "la carenza dei presupposti di applicazione della misura, il carattere sproporzionato della stessa, la mancata considerazione delle esigenze lavorative dell’interessato, nonché il difetto di specificità in relazione all’individuazione dei luoghi cui si riferisce il divieto". In particolare, gli avvocati Alberto Sirani e Cristina Spinelli Ressi spiegano che al momento dell’adozione della misura il loro cliente "non era gravato da alcuna sentenza penale di condanna, nemmeno in primo grado", e che "risultano alcuni procedimenti penali presso il Tribunale per i minorenni di Milano, ma per tali fatti il soggetto è stato ammesso alla prova". E l’episodio dell’auto delle forze dell’ordine? "Il pubblico ministro presso il Tribunale per i minorenni non ha esercitato l’azione penale; non solo, il video contestato è stato diffuso sui social da altre persone ed è stato rimosso". La sentenza dei giudici ha accolto le istanze legate alla mancanza di specificità del Daspo, "sia perché è riferito a luoghi non specificamente indicati, sia perché difetta qualunque correlazione con i luoghi in cui sono stati commessi i fatti contestati".

Di più: "Il divieto è illegittimamente generico e si sostanzia, pertanto, nell’imposizione di una restrizione contrastante con il canone della proporzionalità". Secondo il Tar, la Questura avrebbe omesso "di considerare le rappresentate esigenze lavorative del ricorrente", esponente "di spicco della scena musicale raptrap". Di conseguenza, "tale omessa considerazione delle esigenze lavorative non può essere bilanciata dalla possibilità di chiedere autorizzazioni ad hoc per svolgere singoli eventi", perché, a parere del Tribunale amministrativo, questa procedura non consentirebbe a Rondo "di articolare una concreta programmazione lavorativa".

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