Cuccioli stivati nel bagagliaio: sgominato traffico internazionale di cani / VIDEO

La banda produceva anche falsa documentazione identificativa e microchippatura, grazie a un veterinario milanese

Cuccioli di cane (foto di repertorio Ravaglia)

Cuccioli di cane (foto di repertorio Ravaglia)

MIlano, 19 novembre 2018 - Scoperto un traffico internazionale di cuccioli di cane messo in atto da un'associazione criminale che operava nelle province di Reggio Emilia, Bergamo e Como e importava gli animali dall´Ungheria, dalla Polonia e dalla Slovacchia, utilizzando i valichi confinari. La Polizia ha eseguito 8 misure cautelari personali nei confronti di sei cittadini italiani, una cittadina polacca e un cittadino slovacco. L'indagine, coordinata dalla polizia stradale di Udine, è scattata nel mese di dicembre 2017, dopo un controllo effettuato da una pattuglia di vigilanza stradale della Polstrada di Amaro, che ha intercettato un automezzo a bordo del quale erano presenti 65 cuccioli. Gli animali, di un mese di vita al massimo, condizione che rende illegale il trasporto in Italia, erano sprovvisti della necessaria vaccinazione antirabbica e viaggiavano in condizioni di sovrannumero, in gabbie sottodimensionate (scatole di cartone o ceste di materiale plastico solitamente utilizzato per il trasporto di avicoli) poste all'interno del bagagliaio con insufficiente ventilazione e privi di sistemi di abbeveraggio. La normativa impone che i cani possano essere tolti alla madre dopo aver effettuato il periodo di svezzamento e comunque non prima di avere raggiunto il terzo mese di vita. 

Grazie ai pedinamenti, all'utilizzo di apparecchiature satellitari e alle intercettazioni telefoniche, gli investigatori hanno scoperto che la banda non solo importava illegalmente dall'estero i cuccioli, ma provvedeva anche a "regolarizzarli" e alla loro successiva commercializzazione. Dopo il trasporto, l'organizzazione produceva falsamente la necessaria documentazione identificativa provvedendo anche all'illecita microchippatura, grazie al coinvolgimento di un veterinario compiacente, della provincia di Milano, e di due allevamenti che simulavano la nascita dei cuccioli nelle proprie strutture. La commercializzazione poi avveniva oltre che per i normali canali di vendita anche attraverso inserzioni su siti web dedicati al commercio on-line. Il cliente finale acquistava pertanto un cane nella convinzione che questo fosse venuto alla luce in Italia. Elevati gli utili dell'attività illecita, basti considerare che un cucciolo acquistato nella Repubblica di Slovacchia al costo di 50/100 euro poteva essere venduto in Italia al prezzo di 750/850 euro. Non era raro che dopo l'acquisto, il cliente subiva la perdita del cucciolo in quanto, l´assenza di una opportuna profilassi post nascita, ne causava la malattia e successivamente la morte,  anche per il forte stress al quale erano sottoposti durante il viaggio.

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