Traffico di cani, business milionario: perquisizioni anche a Milano

Allevati in Slovacchia e venduti in Italia

Cagnolini stipati su un'auto (Adriapress)

Cagnolini stipati su un'auto (Adriapress)

Milano, 8 febbraio 2019 - Un traffico di cuccioli di cani di piccola taglia allevati in Slovacchia e trasportati in Italia, consegnati direttamente a domicilio o in parcheggi e aree di servizio alle persone che li avevano acquistati su internet. Milano era una delle piazze più redditizie per la banda smantellata dalla polizia di frontiera di Rimini, che ha eseguito sette misure cautelari e 13 perquisizioni in varie città d’Italia, tra cui il capoluogo lombardo.

L’indagine “Luxury dog” è partita l’anno scorso, dopo le denunce di una quarantina di padroni di cuccioli morti pochi giorni dopo la consegna: erano malati, senza vaccinazioni e con documenti falsi. Sono finiti in carcere in Slovacchia un uomo di 33 anni e la madre di 54, legata a un 64enne italiano arrestato invece a Loano, nel Savonese. I tre, secondo le accuse, sarebbero i capi del gruppo che commercializzava i cuccioli su internet per profitti che in un anno si aggiravano intorno al milione di euro. Sempre in carcere sono finiti un commerciante di animali di 33 anni di Rimini e un napoletano che forniva i documenti falsi per il trasporto e la vendita. Ai domiciliari una collaboratrice del gruppo e un commerciante bloccato all’aeroporto di Bologna, al rientro da un viaggio in Spagna. Otto gli indagati a piede libero, tra cui il proprietario di un canile abusivo in Campania.

Gli investigatori, anche con la collaborazione della Squadra mobile di Milano, hanno quindi individuato i componenti del gruppo che dovrà ora rispondere di associazione per delinquere, traffico di animali da compagnia, maltrattamento, truffa, falsità materiale, frode in commercio e abusivo esercizio di professione. I cuccioli venivano allevati in Slovacchia e maltrattati sopratutto durante il trasporto in auto nelle varie destinazioni italiane, tra cui Milano, dove il gruppo contava su un ampio bacino di clienti. Tenuti in trasportini piccoli, anche 20 esemplari per volta, senza acqua né cibo, spesso morivano durante il viaggio. La polizia ne ha salvato un centinaio, tutti dati subito in affido. «Ci costituiremo parte civile nel processo - spiega la presidente dell’Enpa, Carla Rocchi - e auspichiamo condanne esemplari». Un’inchiesta che ancora una volta alza il velo sull’importazione illegale di animali dall’Est Europa. Nel dicembre 2014 la Polstrada aveva fermato nel Bolognese un furgone slovacco, diretto verso Napoli, con a bordo 50 cani e un gatto. Per i tre slovacchi finiti a processo è arrivata la condanna in primo grado.

 

 

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