Lo “zio Piero” non si arrende: a capo del narcotraffico a 73 anni

Da sempre broker della cocaina, Pietro Amante in carcere. Gestiva una joint-venture con gli albanesi: 37 arresti

Le perquisizioni e gli arresti hanno interessato mezza Italia

Le perquisizioni e gli arresti hanno interessato mezza Italia

Milano, 24 febbraio 2021 - Il killer delle carceri e lo zio Piero. Santo Tucci e Pietro Amante. Due nomi che ritornano da decenni nella storia criminale di Milano e che sembrano non voler tramontare mai. Il primo, che ha trascorso quasi mezzo secolo dietro le sbarre, è stato ammanettato il 2 ottobre 2018 in via Settembrini, a due passi dalla Centrale: nella Fiat 600 utilizzata dal pregiudicato, all’epoca detenuto semilibero di Bollate, gli investigatori avevano trovato 27 chili di hascisc, 3 di cocaina e due pistole. Ed è stato proprio quel blitz a far nascere la fase due dell’operazione Miracolo, che si è chiusa ieri all’alba con l’arresto di 37 persone e lo smantellamento di due diverse associazioni a delinquere finalizzate al traffico internazionale di stupefacenti. Sì, perché da Tucci gli agenti della Squadra mobile, coordinati dall’aggiunto della Dda Alessandra Dolci e dal pm Bruna Albertini, sono risaliti al suo principale contatto: il sessantunenne catanese Agatino Maurizio Scollo.

Intercettazione dopo intercettazione, pedinamento dopo pedinamento, gli uomini della Narcotici, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo, sono arrivati al presunto capo dell’organizzazione italiana: Pietro Amante, 74 anni da compiere il prossimo 2 agosto. Già, lo zio Piero alias l’Ingegnere, emerso in diverse indagini come uno dei narcotrafficanti più importanti del Nord Italia. Broker della cocaina di primissimo livello, da sempre attivo sulle piazze di Buccinasco e Corsico, ritenuto vicino ai Papalia e con amicizie persino nel mondo ultrà. Era lui, secondo quanto riportato nelle 216 pagine di ordinanza firmate dal gip Manuela Cannavale, a occuparsi dell’importazione di coca, hashish e marijuana e a dirigere i luogotenenti che la ritiravano a intervalli regolari da auto-imbosco per distribuirle ai pusher di strada. 

Un giro d’affari imponente e altamente remunerativo. Basti dire che la sera del 30 novembre 2019 gli agenti di una Volante gli avevano trovato nelle tasche del giubbotto più di 15mila euro e un foglietto con le cifre dei crediti: a ogni nomignolo (Ostu, Barba, Bizuno e via dicendo) era associata la somma da ricevere. Totale: 203.900 euro. Poco più di un mese dopo quel controllo in strada, era stato arrestato in flagrante: nel vano airbag della sua Ford Focus c’erano nascosti 970 grammi di coca divisi in dodici confezioni.  

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