Trasporti pubblici a Milano: biglietto unico, vertice tra Fontana e Sala

Si incontreranno tra una settimana esatta il governatore lombardo e il sindaco di Milano

ll governatore  lombardo Attilio Fontana e il sindaco  Giuseppe Sala

ll governatore lombardo Attilio Fontana e il sindaco Giuseppe Sala

Milano, 9 gennaio 2019 - Si incontreranno tra una settimana esatta il governatore lombardo Attilio Fontana e il sindaco Giuseppe Sala. Appuntamento fissato per mercoledì 16 gennaio, ancora da definire se a Palazzo Lombardia o a Palazzo Marino. Certo il tema del confronto: la necessità di procedere sulla via del biglietto integrato del trasporto pubblico nella grande area che unisce Milano, l’hinterland milanese, le province di Monza, Pavia e Lodi. L’area per la quale è competente la nuova Agenzia di bacino. Un incontro che è già di per sé il segnale della volontà della Regione di superare lo stallo e lo scontro lasciati in eredità dall’ultima seduta del Consiglio regionale prima della pausa natalizia, quella del 18 dicembre scorso.

Allora il gruppo regionale di Forza Italia chiese e ottenne il rinvio in commissione di un emendamento al Bilancio, presentato dalla stessa Giunta regionale, che avrebbe consentito di separare le sorti delle tariffe di autobus e metropolitane da quelle di Trenord, avviando l’integrazione tariffaria su tutta la rete del trasporto locale eccezion fatta per quella ferroviaria. Una separazione dovuta alla mancanza delle condizioni politiche e tecniche per un cambio delle tariffe dei treni regionali e che avrebbe avuto carattere sperimentale per i prossimi tre anni. Al termine del triennio l’integrazione tariffaria sarebbe diventata realtà anche lungo la rete di Trenord.

L’emendamento rinviato in commissione, anche col favore del Movimento 5 Stelle, era frutto di un accordo politico tra la Giunta milanese e la Giunta lombarda. Senza contare che al Comune il via libera al nuovo sistema tariffario sarebbe servito come il pane perché da esso dipende la possibilità di attuare la riforma che prevede il rincaro del biglietto singolo (da 1,5 a 2 euro) a fronte dell’invarianza degli abbonamenti riservati a giovani ed anziani. La stessa riforma si tradurrà invece in tariffe più basse per chi risiede nell’hinterland. Da qui le polemiche delle ultime settimane. Lunedì 97 sindaci, per lo più della provincia di Milano, hanno inviato una lettera al presidente della Regione e al sindaco di Milano nella quale chiedono di portare a compimento la svolta della tariffazione integrata. E questa, come detto, è anche la volontà con la quale il governatore si presenterà all’incontro di mercoledì.

Nel frattempo si riaccende il dibattito. «Giusta l’iniziativa bipartisan dei sindaci, la Regione non può fermare questa riforma – dichiara il vicepresidente del Consiglio regionale, Carlo Borghetti, del Pd –. Auspico che si introduca a breve la tariffa unica, misura che porterebbe benefici pratici e economici ai pendolari». «Forza Italia – spiega Gianluca Comazzi, capogruppo al Pirellone – è favorevole alla tariffa unica integrata ma deve essere il Comune (e non la Regione ndr) a finanziare l’Agenzia di bacino con i 15 milioni di euro necessari ad applicare tale misura. E va evitato il rincaro del biglietto Atm». Sulla stessa linea il pentastellato Nicola Di Marco: «La tariffa unica integrata è una misura che condividiamo e la Regione deve passare dalle parole ai fatti. L’altra priorità è che Milano non aumenti il biglietto Atm. Il trasporto pubblico va sostenuto e incentivato». Pronta la replica di Pietro Bussolati (Pd): «I Cinque Stelle hanno fatto un disastro a Roma con Atac, vogliono ridurre così anche Atm?».

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