Maturità 2022: tra tacito e database, debutta la prova interna

La dirigente Celada: l’esame post 2022 dovrà tenere conto dei percorsi diversi

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di Simona Ballatore

Tre le buste: Petronio, Tacito e Seneca. Incrociano le dita gli studenti del liceo classico Omero, i primi ad avere aperto e chiuso il loro percorso scolastico nelle aule del Russell di Niguarda: "Va bene tutto, ma Tacito no". E invece eccolo lì in agguato, con l’“Agricola“. "Come si fa a passare dal maxi-orale dell’anno scorso a prima e seconda prova con Tacito?", scuotono la testa Giulia e Maxime che si sono fatti forza. "Le sei ore a disposizione le abbiamo utilizzate quasi tutte – racconta Elena –. Di solito per tradurre ne abbiamo due, nelle simulazioni quattro. Non eravamo abituati. Al tema eravamo tutti pronti, può essere un’opportunità per riuscire a esprimere nero su bianco i nostri pensieri. Ma la seconda ci ha colto di sorpresa". Latino e greco in Dad, con le traduzioni a portata di clic e senza la pratica in classe, sono stati difficili per tutti: la sentenza dei classicisti, che chiudono il vocabolario e guardano fiduciosi all’orale. "Il fatto che la seconda prova sia preparata dai docenti è però positivo – sottolinea il presidente della commissione, Giorgio Galanti, preside del Tito Livio –: si tiene conto di quanto è stato fatto durante l’anno e non è un terno al lotto come nella prova di Stato. Vero è che si nota, in generale, la difficoltà nella traduzione. E questo già prima della pandemia. Bisogna riflettere sulla scelta di investire o meno tutte le energie sulla traduzione: o si intensifica la metodologia di insegnamento o si studiano altre strategie didattiche. Non ha senso una prova avulsa dall’esperienza fatta durante l’anno".

La seconda era la prova più temuta anche allo scientifico: "Ma tra derivate e problemi è stata fattibile e anche più semplice rispetto alle simulazioni", tira le somme Mattia, col volto disteso e già proiettato verso Ingegneria aerospaziale al Politecnico. I colleghi delle scienze umane si sono destreggiati tra Net Generation e modalità d’apprendimento alternative, Montessori in primis. "Tracce stimolanti, come quelle del tema – ammette Matteo, insieme a Martina e Jessica –. Sicuramente le prove scritte permettono una valutazione più completa, anche se avremmo preferito sapere della loro reintroduzione con più tempismo". Gli informatici del Galvani escono soddisfatti dopo aver progettato un database: "È più nelle nostre corde rispetto al tema e di simulazioni ne abbiamo fatte una marea", confermano Andrea, Luca e Matteo, che puntano all’università anche se sanno che un posto di lavoro lo avrebbero già.

"Questo ritorno alle prove scritte è stato sereno e positivo – stila un primo bilancio la direttrice dell’ufficio scolastico regionale Augusta Celada –. Non ci sono stati “incidenti“ o segnalazioni. La scelta dei temi di italiano è stata molto equilibrata, con autori e temi, come quello della memoria, che sono affrontati nelle nostre scuole, anche in quelle a vocazione tecnica, e non hanno colto alla sprovvista gli studenti". Quanto alla seconda prova, di una cosa è certa: "Lascerà un’orma". "La scelta di non indicare una prova ministeriale uguale per tutti è transitoria, dettata dalla necessità di rispondere ai periodi di Dad e di didattica digitale integrata che non sono stati uguali su tutto il territorio nazionale, ma apre una riflessione perché in effetti c’è una diversità di metodologie e di approccio alle discipline di indirizzo nelle scuole e nei territori che dovranno essere tenuti in considerazione anche nell’esame post 2022". Se le assenze last minute tra i commissari sono in linea con gli scorsi anni "quello che si nota, anche se ancora non abbiamo numeri, è qualche assenza in più tra gli studenti impossibilitati a venire, perché malati e ricoverati – sottolinea Celada –. Casi Covid, indotti dal Covid e slegati. Ci aspettiamo un più elevato accesso alle prove suppletive straordinarie".

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